Sport

La Regione svolge attività finalizzate alla conoscenza e allo sviluppo del sistema sportivo; il concetto di sport è associato a una multiforme rete di attività, esperienze e soggetti che coinvolge gran parte della Regione

L’evoluzione del concetto di sport

A partire dagli anni ’90, il mondo dello sport ha assistito ad un processo di radicale trasformazione che ne ha coinvolto non solo il profilo organizzativo e l’articolazione strutturale ma ha inciso in modo dirompente sul concetto stesso di sport, sia nel ruolo e nelle funzioni che esso è chiamato a svolgere, sia nel tessuto sociale di riferimento.

La centralità dello sport agonistico di mera competizione, gestito in modo centralizzato dallo Stato e dal CONI, destinato a un pubblico ristretto di atleti e che per decenni ha rappresentato l’unica dimensione dello sport nel nostro Paese, ha progressivamente ceduto spazio ad un concetto di sport che ha messo in evidenza la funzione sociale, educativa e sanitaria che esso è in grado di veicolare con la conseguenza che, in pochi anni, la pratica sportiva amatoriale ha visto una vera esplosione nel numero dei praticanti e delle organizzazioni sportive.

La vecchia accezione di sport come pura prestazione agonistica è stata ormai superata da una concezione del momento sportivo come “luogo” dove confluiscono le nuove domande sociali collegate alle trasformazioni della società.

Lo sport come fenomeno di massa, certamente favorito dal grado di benessere raggiunto nella realtà emiliano-romagnola ma anche grazie alla risonanza mediatica offerta dai moderni mezzi di comunicazione, raggiunge oggi l’intera popolazione in tutte le fasce sociali e di età ed è parte integrante della cultura di un territorio. Il suo ruolo di mezzo di trasmissione di valori universali, scuola di vita che insegna a lottare per ottenere una giusta ricompensa, strumento di aggregazione e di socializzazione, di inclusione sociale, di integrazione e pari opportunità è oggi unanimemente riconosciuto e notevoli sono gli sforzi compiuti dalle Istituzioni ma, in particolare, dal terzo settore, per svilupparne le potenzialità e conservarne l’integrità e la genuinità.

A fronte di un tessuto associativo che è penetrato in modo capillare nella nostra società e che ha allargato la fascia dei praticanti a tutti gli strati sociali e a tutte le fasce di età, reclamando esigenze e bisogni radicalmente diversi da quelli dello sport agonistico, le Istituzioni non potevano restare indifferenti e hanno risposto con importanti interventi normativi e con un radicale ripensamento nelle politiche di intervento pubblico per rispondere ad una tipologia di domanda che si è progressivamente diversificata.

 

Il quadro normativo

L’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea ha certamente accelerato la revisione della normativa in materia di sport al fine di adeguarla alle disposizioni comuni adottate dalle Istituzioni europee che, sia nel Consiglio che nella Commissione, vedono lo sport assumere un ruolo centrale nelle politiche di integrazione sociale.

Dalla Carta europea dello sport (Consiglio d’’Europa, Rodi 1992), al decreto legislativo 242/99 (Decreto Melandri) fino alla revisione del titolo V della Costituzione (L. Cost. 3/2001), che ha attribuito alla competenza concorrente delle Regione la potestà legislativa in materia di ordinamento sportivo, Regioni ed enti locali hanno così assunto un ruolo primario nella gestione del fenomeno sportivo e hanno contribuito a valorizzarne la dimensione sociale riconoscendo allo sport un carattere poliedrico e di interdisciplinarietà che lo colloca al centro delle politiche locali di sviluppo sociale e culturale assegnate dalla Costituzione alle competenze delle Istituzioni locali. 

Se lo sport agonistico resta esclusiva competenza del CONI, lo sport dilettantistico ha oggi come principale interlocutore le Istituzioni locali, Regioni e Comuni, rispondendo ad un principio di sussidiarietà che oggi rappresenta un valore fondamentale della nostra Carta costituzionale.

L'organizzazione del sistema sportivo, nell'epoca attuale, presenta infatti un'architettura estremamente complessa in quanto coinvolge molteplici livelli istituzionali nonché diverse discipline scientifiche e settori professionali e, nell’ambito delle stesse Istituzioni, si integra con altre politiche istituzionali di loro competenza in quanto coinvolge, per esempio, il settore turistico, la formazione professionale, le politiche sociali, le politiche sanitarie. 

La Regione Emilia-Romagna, prima con la legge 13/2000 e, recentemente, con la legge 8/2017, ha definito il quadro generale delle proprie funzioni e ha individuato gli obiettivi, le strategie e le politiche di intervento che intende perseguire sul territorio a sostegno del mondo sportivo.

La nuova legge regionale, elaborata mediante un processo di ascolto e condivisione con i principali attori del mondo sportivo e con le Istituzioni locali, nasce per rispondere alle molteplici istanze avanzate da un settore in continua evoluzione e si propone di fornire un modello di sport in linea con le trasformazioni sociali che interessano il nostro territorio. Vuole e deve essere un punto di riferimento strategico per i soggetti che, a vario titolo, sono coinvolti nel mondo sportivo e, come strumento legislativo, costituisce un documento programmatico alla cui attuazione la Regione procederà con ulteriori strumenti normativi ed amministrativi che saranno definiti con il più ampio coinvolgimento dei soggetti interessati, in particolare in sede di Conferenza sullo sport che la Regione considera quale sede istituzionale di partecipazione.

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ultima modifica 2024-03-13T16:51:06+01:00
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