Scuola e cultura fanno "bene"

Vista da vicino del 20 gennaio 2014

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Anno: 2014

Un progetto per far conoscere ed apprezzare ai giovani i beni culturali diventando protagonisti della loro conservazione e valorizzazione.
“Io amo i beni culturali” è il nome del concorso che da tre anni coinvolge migliaia di studenti e centinaia tra scuole, istituzioni culturali, enti e associazioni di tutta l’Emilia-Romagna, stimolando la fantasia di bambini e ragazzi nel progettare strumenti di salvaguardia e rivalutazione di musei, palazzi storici, luoghi d’arte.
Nella trasmissione il racconto di due delle esperienze vincitrici nella passata edizione del concorso: i ragazzi di Monterenzio che hanno realizzato una App per smartphone che propone un tour nei luoghi carducciani di Bologna; mentre a Forlì gli alunni di una scuola d'arte e di una di moda hanno reso fruibile ai non vedenti un dipinto del Museo San Domenico, realizzandone un bassorilievo e un modello reale, con stoffe corrispondenti a quelle dell'epoca.

Trascrizione

Ermanno Muolo – Giornalista voce narrante
Un tesoro incomprensibile nascosto dentro un impenetrabile e sorvegliatissimo posto detto Museo. Una cosa messa lì per la strada che ci passo sempre e non ci avevo mai fatto caso. Il bene culturale per i giovani è spesso un oggetto misterioso che non si sa cosa ci stia a fare. Ma un un manipolo di eroi sta esplorando questo universo sconosciuto, e sono più di quanti pensiamo.
“Io amo i beni culturali”, un outing decisamente audace di questi tempi,è il nome del concorso che da tre anni coinvolge migliaia di studenti e centinaia tra scuole, istituzioni culturali, enti e associazioni di tutta la regione Emilia-Romagna, spaziando tra tutti i temi possibili, visitando tutti i luoghi della cultura e utilizzando qualsiasi strumento e risorsa possa esistere o venire in mente alla fantasia dei ragazzi.
Tra i progetti vincitori dell'ultima edizione un'idea che unisce la poesia, la tecnologia, e la città di Bologna

Tommaso
È un'audioguida online per diffondere le poesie e la storia di Carducci a Bologna in modo facile e semplice.

Matteo
Nei posti dove è stato Carducci ci sono questi codici QR, che vanno inquadrati con un'apposita app che si può scaricare gratuitamente in qualsiasi dispositivo e con una connessione ad internet si va direttamente su queste audioguide online che abbiamo girato e montato.

Tommaso
In modo che tutti possano sapere la storia di Carducci.

Stefano Camasta - Insegnante
Sono state tutte attività laboratoriali quindi che ci hanno portato fuori dalla classe e comunque anche a scuola abbiamo lavorato a gruppi, abbiamo lavorato dando spazio alla creatività dei ragazzi.

Elisa
Io Carducci non lo conoscevo mentre adesso ne so molto di più. È stato veramente fantastico, mi sono divertita tantissimo. È stato veramente il progetto più bello che abbia mai fatto.

Eleonora
È un progetto che abbiamo fatto tutti insieme come classe ed è stato bello perché abbiamo conosciuto Carducci del quale io non sapevo niente.

Viola
Io non conoscevo i codici QR. Ma la parte che, direi, mi è piaciuta di più è stato realizzare i disegni tramite le poesie, prendere i significati più importanti e tradurli in immagini.

Ermanno Muolo – Giornalista voce narrante
E' uno dei tantissimi esempi di progetti capaci di far diventare il bene culturale davvero un bene comune.
Talmente comune che c'è chi a Forlì ha voluto includere nell'arte anche chi può sembrarne più facilmente escluso.

Viola
Un'opera in bassorilievo per i non vedenti, per poter permettere anche a loro di accedere ai musei, quindi alle opere d'arte.

Martina
Essendo una scuola che comunque opera nel settore dell'abbigliamento abbiamo studiato appunto l'abbigliamento del Pestapepe. Ci siamo immaginati quali tessuti avrebbero potuto indossare, è stata proprio una questione di interpretazione.

Julara
Quello che mi ha lasciato è l'organizzazione tra i ragazzi, tra di noi, tra le diverse classi.

Caterina
Ci hanno fatto vivere anche a noi questa esperienza bendandoci prima di arrivare al quadro.

Jasmine
Siamo riusciti a sentirci al loro posto.

Claudia
Prima di questa esperienza io non avevo mai pensato come una persona non vedente o ipovedente potesse vivere questa condizione. È stato interessante.

Riccardo
Abbiamo delle opere meravigliose e tutti devono avere la possibilità di guardarle, in questo caso di toccarle e di scoprirle.

Francesca Bandini – Cooperativa Tre Civette
Si vanno a creare i futuri cittadini, consapevoli in questo caso, di un aspetto così importante come quello dell'accessibilità. Per i ragazzi comprendere questo e avere avuto la possibilità di creare qualcosa che diventerà parte integrante delle collezioni museali della nostra città penso sia stato fondamentale.

Angelo Varni – Presidente Istituto per i Beni Artistici e Culturali
Rientra nella nostra volontà di far si che la partecipazione dei giovani a il sentire come propri i Beni Culturali sia non un fatto detto e non praticato. Qui facciamo veramente un invito ai ragazzi, e loro l'hanno capito benissimo, per praticare questo amore, questo rapporto, intimo addirittura, con i Beni Culturali. Fantasia, esperienza, anche se vuole positiva ingenuità dei giovani, si esprimono al meglio.

Ermanno Muolo – Giornalista voce narrante
I giovani per la difesa e la valorizzazione dell'arte e della cultura. Imparare ed insegnare a tutti che al bene culturale bisogna appunto... volere bene.

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ultima modifica 2018-03-15T17:00:15+01:00
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