"Coltivare noi stessi e coltivare il territorio"
L'economia solidale in Emilia-Romagna cresce al meglio in Appennino, dove ancora di più creare lavoro è fare un servizio alla comunità
Le storie di chi, anche grazie alla Regione, coltiva biologico e alleva bovini in libertà o riapre lo storico forno del borgo: l’economia solidale come risposta allo spopolamento in Appennino
Eleonora e Alessandro credono che sia ancora possibile vivere lavorando la terra, senza mire industriali ma nel rispetto della natura e dei suoi tempi. Rifiutando il consumismo più sfrenato e l’idea che l’Appennino sia destinato all’abbandono.
Dalla passione per gli animali e per il territorio nasce Frecciabianca: una piccola impresa che fa agricoltura biologica e alleva bovini all’aperto, una realtà che traduce in azioni i principi dell’economia solidale. Se hanno potuto realizzare il loro sogno è anche grazie all’accesso al credito sostenuto dalla Regione.
Dall’Appennino dell'Emilia a quello della Romagna, c’è un’altra bella iniziativa da raccontare, quella di Fer-menti Leontine.
Si tratta di una cooperativa di comunità che a San Leo (Rimini), in uno dei borghi più belli d’Italia, ha deciso di riaprire un forno che adopera farine locali biologiche e rappresenta un baluardo contro la desertificazione commerciale dei centri storici.
La cooperativa ha inoltre avviato una seconda attività commerciale, prendendosi carico dell’unico minimarket del paese, altrimenti destinato alla chiusura: oggi propone le eccellenze agricole dell’Alta Valmarecchia, tra la soddisfazione dei clienti.
L'economia solidale in Emilia-Romagna
L’economia solidale è un modello sociale, economico e culturale basato su principi di solidarietà e centralità della persona, tutela del patrimonio naturale e legame con il territorio. Un modello che ha due gambe, accumunate dalla radice “casa”, dal greco oikos: economia ed ecologia.
La Regione Emilia-Romagna nel luglio 2014 ha approvato la legge 19 che istituisce il Forum dell’economia solidale: 79 soggetti (ma il numero è destinato a crescere) che condividono valori e principi, chiamati a formulare proposte e disegnare progetti.
Dopo la nascita del fondo regionale per il credito l’altro fondamentale risultato ottenuto dal Forum è quello della redazione delle Linee Guida per l’agricoltura solidale.
- Per approfondire: "Fare impresa per la comunità: l’economia solidale in Emilia-Romagna"
Nel 2022 si è concluso un percorso di lavoro, che, su spinta costante del Forum dell’Economia solidale, ha visto la stretta collaborazione di diversi servizi e direzioni degli assessorati Politiche per la salute, Agricoltura e Welfare.
Questo percorso ha portato all’approvazione, da parte della Giunta, delle linee guida per la produzione, trasformazione, commercializzazione e somministrazione di alimenti nell’ambito della produzione primaria e delle imprese agricole della regione.
Un vademecum che fornisce agli imprenditori agricoli e agrituristici emiliano-romagnoli le indicazioni e le informazioni essenziali riguardanti i requisiti minimi e gli obblighi richiesti per la produzione di cibi e la fornitura di servizi nell’ambito della propria attività d’impresa.
Che tu venda al mercato contadino le marmellate che produci in casa con la frutta dei tuoi orti, o che magari abbia un allevamento familiare di conigli, grazie a queste linee guida hai un quadro completo dei vincoli e delle opportunità previste dal quadro normativo. Come formare il personale? Quali sono i rischi da valutare? Cosa va scritto sull’etichetta? Sono solo alcune delle domande a cui le linee guida danno risposta in maniera chiara e sintetica.
La Regione promuove la sostenibilità ambientale delle produzioni agricole e zootecniche, perché viene riconosciuto il ruolo che svolgono nella salvaguardia del territorio e nel creare occupazione. Incoraggia la filiera corta e l’agricoltura biologica. L’obiettivo è arrivare entro il 2030 a coprire oltre il 45% della superficie agricola utilizzate con rispetto dell’ambiente (a basso input, che facciano cioè un uso ridotto di fertilizzanti esterni, pesticidi, macchinari, energia e acqua), di cui oltre il 25% biologiche.
Talvolta sono le associazioni di promozione sociale stesse a fornire promuovere lo sviluppo di iniziative imprenditoriali responsabili.
È il caso di Figli del mondo, che ha dato vita ad Appenninol’Hub, incubatore di impresa che fornisce consulenza alle piccole imprese dei borghi e delle aree interne.
Economia solidale: quale futuro in Emilia-Romagna?
Sono tante le idee di cui discutono i soggetti della rete solidale, una rete che si prefigge di crescere e coinvolgere ancora di più i territori. Idee destinate a diventare progetti prima e azioni dopo.
Uno degli argomenti sul tavolo è quello delle cooperative di comunità, in particolare delle aree interne e montane, dove contrastano fenomeni di spopolamento e impoverimento e di disgregazione sociale. Una cooperativa di comunità è un progetto d’impresa in cui i cittadini sono al tempo stesso produttori e fruitori di beni e servizi. Possono farne parte anche enti locali e associazioni: quello che conta è la coesione, lo spirito di condivisione e la messa in comune di risorse della comunità stessa.
Poi c’è l’altra grande questione che torna sul tavolo tutte le volte che si parla di sostenibilità: l’energia. In futuro sarà sempre più necessario incrementare la produzione e l’utilizzo delle energie rinnovabili e l’accumulo, anche in forma diffusa.
La Regione si è già mossa in tale senso con la legge regionale 27 maggio 2022, n. 5 “Promozione e sostegno delle comunità energetiche rinnovabili e degli autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente”. Una legge che prevede espressamente la presenza di un rappresentante dell’Economia Solidale al tavolo tecnico permanente regionale per la promozione delle comunità energetiche rinnovabili e dei gruppi di autoconsumo collettivo di energia rinnovabile, istituito dall’art.6.
Per approfondire:
- https://www.economiasolidale.net/emilia-romagna
- https://sociale.regione.emilia-romagna.it/economia-solidale
A cura di Carmine Caputo, Stefano Asprea, Agata Matteucci e Cristina Gaddi