Come funziona il Servizio civile oggi: i bandi nazionali e quelli regionali, requisiti e opportunità
Un’esperienza di crescita personale e utile anche in ottica professionale futura. In Emilia-Romagna 7 su 10 sono ragazze
Il servizio civile offre un’opportunità di crescita personale e professionale unica, che permette a ragazzi e ragazze di fare un’esperienza di vita in ambiti diversi: la classica assistenza, ma anche la cultura, il turismo, l’ambiente e l’agricoltura.
Oltre al servizio civile universale, esiste il servizio civile regionale.
Ascolta la testimonianza di una ragazza che sta svolgendo il Servizio civile regionale, scoprirai quante cose ha da offrire.
Vai al sito del Servizio civile regionale: requisiti e opportunità
La Regione è sempre stata in prima linea nel favorire la partecipazione dei giovani a questa occasione di crescita personale e di formazione professionale. Per il solo servizio civile universale sono 3.723 i posti messi a bando in regione per il prossimo anno su un totale di poco più di 71mila posti su base nazionale. A questi si aggiungeranno altri posti messi a disposizione dal servizio civile regionale, che andranno ad aumentare l’offerta formativa per i giovani della nostra regione.
In Emilia-Romagna i progetti sono stati presentati ad inizio marzo e tra giungo e lugli sono stati pubblicati gli avvisi pubblici provinciali.
Come e dove è nato il servizio civile?
Da quando nel 1949 Pietro Pinna, antimilitarista residente proprio in Emilia-Romagna, a Ferrara, primo in Italia si rifiutò di prestare il servizio militare rischiando il carcere, sono stati tantissimi i giovani che hanno seguito il suo esempio, creando i presupposti per l’approvazione della legge 772 del 1972: la prima che ha sancito il diritto all’obiezione di coscienza e l’istituzione del servizio civile come sostitutivo a quello di leva.
Fino a quel momento tutti coloro che si erano rifiutati di prestare il servizio militare erano considerati al pari dei disertori e dei renitenti alla leva, spesso con pesanti ripercussioni legali.
Forse non tutti sanno che in questa prima fase il servizio civile aveva una durata superiore a quello militare, e sceglierlo aveva conseguenze sulla vita degli obiettori, come non poter lavorare per la pubblica amministrazione. A mettere finalmente sullo stesso piano il servizio civile con il servizio militare sono intervenute due sentenze della Corte costituzionale: la 164 del 1985 e la 470 del 1989, che hanno sancito la pari dignità tra servizio civile e militare come forme di difesa della patria e stabilito la durata del servizio civile a 12 mesi come quello militare.
Un’altra svolta importante è arrivata nel 1998, quando la legge 230 ha riconosciuto l’obiezione di coscienza come un diritto del cittadino e istituito l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile.
Poi, la riforma. Nei primi anni 2000 l’avvicinarsi della sospensione del servizio militare ha spinto il servizio civile a una prima riforma. È nato, infatti, nel 2001 il Servizio civile nazionale, volontario, rivolto ai giovani tra i 18 e i 26 anni e finalmente aperto anche alle donne. Nel 2005 con l’entrata in vigore della sospensione dell’obbligo di leva, il servizio civile non è più un’alternativa obbligatoria al servizio militare ma è diventato una scelta di vita personale.
Nel 2006 le competenze gestionali del Servizio civile nazionale vengono trasferite alle Regioni e alle Provincie autonome che devono dar vita agli albi regionali degli enti del Servizio civile nazionale appartenenti al proprio territorio. Nel 2017 il Servizio civile nazionale cambia denominazione e diventa Servizio civile universale. La riforma, oltre a sottolineare l’apertura a tutti i giovani interessati a partecipare, stabilisce anche i settori di intervento e apre alle esperienze all’estero.
A cura di Enzo Menichella e Cristina Gaddi