Fare impresa per la comunità: l’economia solidale in Emilia-Romagna
Le storie della cooperativa sociale Articioc e del villaggio solidale "Il Giardino dei folli" e di come la Regione li ha aiutati ad aiutare
Cos’è l'economia solidale? Una chiave per interpretare l’economia facendo ricorso all’ecologia, alla solidarietà, al senso di appartenenza a una collettività
Per conoscere meglio il mondo dell'economia solidale, l'ideale è partire dalle storie di chi quotidianamente è impegnato in questo settore e ha potuto investire grazie al supporto della Regione.
Per esempio la cooperativa sociale Articioc.
Come raccontano loro stessi, in dialetto parmigiano Articioc significa carciofo: un elemento che rappresenta la terra, i sapori contadini, la tavola semplice e vera. Così come le foglie e le spine permettono al cuore, la parte più nobile del carciofo, di crescere protetto, così la cooperativa di Noceto (Parma) tutela e guida i ragazzi con disabilità fisiche o mentali nel mondo del lavoro.
Produce birra artigianale e grazie anche alla possibilità di investire con il sostegno della Regione ha superato le difficoltà legate alla pandemia. Oggi porta avanti un’attività che sposa perfettamente la tradizione agroalimentare del territorio parmense e la sua natura cooperativistica.
Un’altra esperienza che vale la pena raccontare è quella del Giardino dei folli di Bologna: un villaggio solidale composto da 15 famiglie che sperimentano un modo di vivere basato sul rispetto dell’ambiente e la socialità. Il cohousing infatti consente da un lato di abitare case non inquinanti grazie alle nuove tecnologie, dall’altro di condividere spazi come la piazzetta o la lavanderia.
La loro esperienza è aperta al territorio: accolgono infatti di frequente gruppi di scuole o di associazioni di ragazzi. Di recente hanno ottenuto un finanziamento da Mag6, una cooperativa di finanza mutualistica e solidale, per il quale la Regione si è fatta carico degli interessi, che consentirà loro di realizzare un nuovo edificio. Una sala per incontri e momenti di formazione aperta a chi voglia avvicinarsi a questo modo di vivere e abitare insieme.
L'economia solidale in Emilia-Romagna
“La mia casa è il mondo” scriveva il monaco buddista e poeta Thich Nhat Hanh.
Una casa comune da conoscere bene, per poi darci delle regole per amministrarla meglio, potremmo aggiungere. L’etimologia di due parole, ecologia ed economia, svela il senso del ragionamento: eco deriva dal greco οἶκος (oikos), “casa”. Dove casa è ambiente, dimora, bene. Da una parte quindi l’ecologia, lo studio della casa, dell’ambiente, dall’altra l’economia, le norme che ci aiutano a regolare questo bene. Due universi destinati a incontrarsi sempre più.
Anche nei programmi della Regione Emilia-Romagna definiti con il Patto per il Lavoro e per il Clima e dalla strategia Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, perché oggi non c’è sviluppo senza tutela dell’ambiente.
Ma c’è un ambito in cui economia ed ecologia sembrano procedere a braccetto: quello dell’economia solidale.
Cos’è? Una chiave per interpretare l’economia facendo ricorso all’ecologia, alla solidarietà, al senso di appartenenza a una comunità. Un modello sociale, economico e culturale basato su principi di solidarietà e centralità della persona, di tutela del patrimonio naturale e di legame con il territorio.
La Regione Emilia-Romagna promuove e sostiene l’economia solidale già dal 2014 quando in luglio fu approvata la legge 19 che individuava finalità e strumenti per realizzare un approccio concretamente solidale ai temi economici e predisponeva un percorso che tenesse conto delle realtà territoriali già presenti.
Gli ambiti tematici dell’economia solidale
Numerose sono le aree di attuazione in cui si possono predisporre politiche economiche solidali: quando si pensa all’alimentazione, per esempio, si può fare riferimento all’agricoltura contadina di prossimità, con filiera corta, alla produzione agroalimentare biologica. Ma c’è anche la tutela del paesaggio, del patrimonio naturale e della biodiversità che non può prescindere da un’edilizia sostenibile che tenga conto di risparmio energetico ed energie rinnovabili.
Ancora, la centralità della persona e della comunità si traduce in banche del tempo, consumo critico, riuso e riciclo di materiali e beni, servizi comunitari e di prossimità, mobilità e turismo sostenibile e infine nel software libero.
Gli strumenti
La legge regionale sull’economia solidale individua alcuni strumenti che negli anni sono stati implementati: il Forum, il Tavolo permanente e l’Osservatorio regionale dell’economia solidale.
Si devono alle osservazioni e alle sollecitazioni del forum alcuni dei primi interventi attivati, come il fondo per l’abbattimento degli interessi passivi e le linee guida per i piccoli produttori agricoli.
Finanza: un fondo a tasso zero per le imprese solidali
Il credito è essenziale per far crescere le piccole aziende attente ai valori della persona e dell’ambiente. Per questo non poteva che essere uno dei primi temi ad essere affrontati.
La Giunta della Regione ha individuato un fondo regionale per l’abbattimento degli interessi passivi rivolto ai soggetti che fanno parte della rete di economia solidale. Il fondo consente ai soggetti riconosciuti come realtà appartenente all’economia solidale - attraverso l’attestazione di altri componenti della rete iscritti al Forum dell’Economia Solidale della regione - di ottenere prestiti di diverse decine di migliaia di euro senza doversi fare carico degli interessi, grazie al contributo regionale.
Con l’apporto di ulteriori 50mila euro nel 2023, il fondo dal 2020 a oggi ha potuto contare su 450mila euro. Grazie a queste risorse la Regione ha già contribuito con più di 331mila euro a coprire gli interessi per quasi 1,5 milioni di euro di finanziamenti destinati a 35 realtà di Economia Solidale. Partner del progetto sono la Cooperativa Lo scoiattolo, gestore del fondo, e i due istituti di credito che erogano i finanziamenti, Banca Etica e Coop. Mag6.
Grazie al fondo, per esempio, un’azienda agricola che riceve un finanziamento di 50mila euro per acquistare nuove serre, non deve restituire gli oltre 13mila euro di interessi di cui si fa carico la Regione.
Per approfondire
Per approfondire: Cosa fa la Regione per l'Economia solidale: la Legge regionale 19/2014, a chi rivolgersi La mappa dell'economia solidale in Emilia-Romagna
A cura di Carmine Caputo e Stefano Asprea