Un modo di fare vacanza a contatto stretto con la natura e senza rinunciare ai comfort di un hotel a 5 stelle.

Che sia in mezzo a un bosco o a un lago, dentro una bolla trasparente o in una grande botte o ancora in una tenda finemente arredata, l’offerta è sempre più vasta.

È il glamping, dalla crasi tra glamour e camping, una tipologia di ‘turismo dell’esperienza’ che si sta affermando in questi ultimi anni, soprattutto dopo la pandemia. Nato inizialmente in territori caldi come l’Africa o l’Australia, il glamping si è diffuso poi in Europa, anche nei paesi nordici come Norvegia o Svizzera. E da diversi anni c’è una vasta offerta anche in Emilia-Romagna.

Un modo di soggiornare che ricerca autenticità e spazi aperti senza rinunciare alle comodità e a un pizzico di lusso. E gli imprenditori turistici dell’Emilia-Romagna hanno afferrato da subito le potenzialità di questa nuova tendenza, in alcuni casi convertendo strutture già esistenti. Anche grazie ai finanziamenti che la Regione ha dedicato in questi anni alla riqualificazione delle strutture ricettive (l’ultimo bando da 20 milioni di euro per contributi a fondo perduto si è chiuso il 5 settembre scorso). Riqualificazioni che hanno premiato in modo particolare progetti attenti alla sostenibilità e al risparmio energetico.