Per mantenere il livello di eccellenza del sistema sanitario regionale la Regione Emilia-Romagna è pronta a far partire una progressiva riforma del sistema di emergenza urgenza, che cambierà, in meglio, i servizi di cura e assistenza ai cittadini, venendo incontro ai nuovi bisogni di cura e all’incremento della richiesta di prestazioni.

Sarà rimodulato l’accesso ai servizi di emergenza, in modo tale da alleggerire il carico dei Pronto soccorso, e di conseguenza ridotti i tempi di attesa per i pazienti.

Come? Facendo in modo che queste strutture siano liberate da attività, non di emergenza, che possono essere gestite più velocemente altrove. 

Mentre i Pronto soccorso e il sistema 118 continueranno ad occuparsi delle emergenze vere e proprie, gli interventi urgenti a bassa criticità saranno trattati dalla rete dei Centri di Assistenza per le Urgenze (Cau) in via di realizzazione. Saranno distribuiti capillarmente sul territorio, saranno operativi giorno e notte e saranno attrezzati per far fronte alle urgenze a bassa complessità attraverso competenze cliniche e assistenziali, capacità diagnostica, con laboratori e possibilità di svolgere esami sul posto, supporto specialistico e anche con il ricorso alla telemedicina.

La riforma prevede anche un potenziamento del servizio telefonico con l’introduzione del numero unico europeo armonizzato, il 116117, per gestire i primi contatti con gli utenti. Questo servizio telefonico affiancherà le strutture del 118 e rappresenterà il primo varco per accedere ai servizi con l’obiettivo di distinguere l’emergenza dall’urgenza grazie a un pre-triage telefonico.
Nel primo caso i cittadini saranno indirizzati ai pronto soccorso tradizionali, nel secondo ai CAU, oppure sarà attivato un servizio domiciliare a cura di un’equipe specializzata.

La riforma riguarda anche il potenziamento della struttura operativa del 118 con nuove soluzioni tecnologiche, maggiori capacità di manovra, estensione dell’operatività e investimenti sulla formazione del personale. In particolare, si punta a garantire l’efficienza del trasporto dei pazienti su gomma o in elicottero, un servizio già potenziato di recente e passato da circa 88mila minuti di volo nel 2013 agli oltre 117mila nel 2022.