È Carnevale! Il mondo su uno ‘spillo’: passione antica che piace ai giovani
Tradizione popolare che unisce le comunità e richiama visitatori. Focus sul Carnevale di San Giovanni in Persiceto e su Cento Carnevale d’Europa
Le mani di Dimitri si muovono veloci sulla grande bocca del mostro. Sta incollando sulla sagoma in polistirolo i fogli di giornale riciclati. Bisogna creare uno strato uniforme, passare il biancone e infine il colore. Sul tavolino a fianco c’è il disegno variopinto di un drago che è il ‘pezzo forte’ della sfilata della società ‘Ocagiuliva’. La sorpresa è proprio come verrà.
Il Carnevale di San Giovanni in Persiceto (Bo)
In un capannone della Fabbrica del Carnevale di San Giovanni in Persiceto, Valentina sta dipingendo la parete esterna del carro della società ‘Maistoff’, mentre Chiara, nell’ hangar della società ‘Jolly & Maschere’, sta scolpendo con gesti precisi nel polistirolo il gigantesco volto di Roberto Benigni, sollevando una nuvola di pallini bianchi. Regola numero uno: non guardare negli altri capannoni. La segretezza dei progetti è d’obbligo.
Quest’anno a San Giovanni in Persiceto è un carnevale speciale. Ce lo raccontano Andrea Angelini, presidente dell’Associazione Carnevale Persiceto Aps, lo speaker della manifestazione Sergio Vanelli, ma anche chi i carri li costruisce: Valentina Tullio, architetto della società Maistoff, Simone Rovatti della società Jolly & Maschere e Francesca Grimandi, collaboratrice dell’associazione Carnevale Persiceto e volontaria per la società Ocagiuliva.
Come in un vero un campionato, la competizione è alta. E lo spettacolo è uno show
Concentrati, scherzosi, sorridenti, il comune denominatore è la passione per il carnevale, ma la competizione è alta: ogni società ha l’ambizione di fare il carro più bello. Quello di San Giovanni in Persiceto, nel bolognese, è una delle manifestazioni carnevalesche più antiche della regione e d’Italia. Quest’anno compie 150 anni. Chi vince avrà l’onore di vedere il nome della propria società ricamato in oro dietro al gonfalone di Re Bertoldo, e riceverà il gonfalone bianco del primo classificato, che si fa via via più scuro, fino al nero, il colore dell’ultimo. Il Re del carnevale non è la maschera più illustre ma un personaggio letterario, nato nel 1606 dalla penna di Giulio Cesare Croce (“Le sottilissime astuzie di Bertoldo”), e un quadro che lo ritrae si trova proprio sotto al portico del palazzo comunale. Accompagnato dal figlio Bertoldino e dalla Moglie Marcolfa, Re Bertoldo (impersonato da Alberto Mantovani) sfila con la sua corte in costumi d’epoca e legge la sua zirudella, rigorosamente in dialetto, dando il via alla competizione.
La realizzazione dei carri si svolge in grande segretezza perché l’unicità del Carnevale persicetano è lo ‘spillo’. Secondo le ricerche dello scrittore di San Giovanni in Persiceto, Paolo Balbarini, l’origine risale al 1885, quando il carro della Società dei Venti, dal titolo ‘la Grotta di Plutone’ effettua in piazza per la prima volta una complessa azione scenica, con la trasformazione del carro da castello in grotta, da cui esce un grande drago, alla presenza di attori mascherati. Da allora diventa tradizione, lo spillo (in dialetto “al Spéll”) eseguito dal carro, il momento durante il quale ogni carro si trasforma, muta la sua architettura e diventa palcoscenico per rappresentare la satira. La sua completa trasformazione ne svela il significato allegorico, è quindi trasfigurazione, e soprattutto sorpresa per chi guarda. Non a caso San Giovanni in Persiceto è definita anche “Città del carnevale storico e dello spillo”.
Origine e tradizione del Carnevale, da quando è nato ad oggi
Dai riti dionisiaci dell’antica Grecia ai Saturnali dei Romani, il Carnevale ha origini antichissime e rappresenta da sempre i simboli della “fine” e del “nuovo inizio”. Dal latino “carnem levare”, ovvero “eliminare la carne”, in riferimento al banchetto che si teneva l’ultimo giorno di carnevale, il Martedì Grasso, prima del digiuno e dell’astinenza quaresimali. Ma il carnevale è anche e soprattutto un ricco scambio tra generazioni, un modo per socializzare, tramandare e accogliere le tradizioni. Il carnevale di San Giovanni in Persiceto si è aperto il 4 febbraio, e termina il 13 febbraio, Martedì Grasso, ma i carri dei carnevali continuano a sfilare nei fine settimana fino alla fine del mese e alcuni hanno il permesso (storicamente acquisito) di sfilare anche durante la quaresima.
Un carnevale di ‘peso’
Artisti di grande spessore hanno partecipato offrendo il proprio contributo. Fra le grandi firme che hanno ideato i carri di Persiceto, ad esempio, ci sono artisti come Quinto Ghermandi, Gino Pellegrini, Pirro Cuniberti, Mario Martinelli, e più indietro nel tempo il professor Aldo Gamberini. E anche fra i giurati nella lunga storia persicetana troviamo Enzo Tortora, Roberto Freak Antoni, Michele Serra, Giorgio Celli, Serena Dandini.
Per il resto è una passione che attraversa le generazioni, e connessa alla vita della città, alle sue tradizioni, storiche e culturali. A lavorare dietro le quinte sono circa 1.500 persone della città. Volontari, che fanno parte di una decina di società. A San Giovanni arrivano ogni anno circa 50mila persone pronte ad assistere alle sfilate dei carri e dei gruppi mascherati che attraversano tutto il paese. Ma il momento clou è la sosta in piazza del Popolo per lo svolgimento dello ‘spillo’, caratteristica unica del Carnevale persicetano.
Quando la tradizione di paese diventa internazionale: Cento Carnevale d’Europa
Quest’anno è l’ombelico del mondo. O almeno questo è il titolo della edizione 2024 del carnevale di Cento che si annuncia più che mai intenzionata a farsi notare e ad attrarre turisti.
Il programma, oltre alla gara per lo scettro di miglior carro allegorico del 2024 tra le 5 associazioni Mazalora, Risveglio, I ragazzi del Guercino, Fantastici 100 e Toponi (vincitori lo scorso anno), si arricchisce di spettacoli musicali (Tananai, Gemelli DiVersi) e manifestazioni sportive (dalle sfilate di automobili alle gare di nuoto, fino alla Camminata di carnevale). Aggiunge inoltre, come novità, un ulteriore palco animato dalla conduzione Radio Bruno e la due giorni di Cento Speciale Comix (che si è tenuta il 4 e 5 febbraio) con artisti, cosplayer, fumettisti, fantasy e giochi da tavolo. Non mancano poi laboratori per bambini, rievocazioni storiche, burattini, concerti e il DJ set. A chiudere la manifestazione come sempre lo spettacolo pirotecnico e musicale alla Rocca.
La festa, tra le più antiche d’Europa, ha mantenuto i connotati della manifestazione tipicamente locale sino all’arrivo di Ivano Manservisi, che nel 1990 ha preso in mano le redini del Carnevale fino a portarlo ai vertici internazionali, grazie anche al gemellaggio con quello di Rio de Janeiro, il più famoso del mondo. Ne parliamo con l’organizzatore e direttore artistico della manifestazione Riccardo Manservisi.
La Regione sostiene la tradizione del Carnevale
Coriandoli, stelle filanti, maschere e fantasiosi carri stanno già sfilando in Emilia-Romagna, animando piccoli paesi e città e attraendo turisti. Il Carnevale in Emilia-Romagna è cosa seria, tanto che la Regione ha riconosciuto la rilevanza storico-culturale delle manifestazioni nella legge del 2022 (3 ottobre 2022, n. 14.), e ha istituito l’Albo regionale dei carnevali storici (con almeno 20 anni di vita e continuità di edizioni negli ultimi 30 anni).
Nella legge si riconosce il ruolo dell’associazionismo e degli enti del terzo settore e vengono assegnati contributi agli organizzatori. E non solo: vengono promosse anche mostre, attività di studio e ricerca, e la gestione di luoghi per la documentazione aperti al pubblico.
Nel 2023, con il primo bando, la Regione ha stanziato complessivamente 200mila euro per gli organizzatori dei carnevali iscritti all’Albo (sia pubblici che privati), finanziando tutte le domande pervenute. Il bando per il 2024, appena avviato, assegna altri 200mila euro.
I carnevali storici dell’albo, a ognuno le sue maschere e la sua unicità
Sono tutti diversi. Ognuno ha la sua storia, le sue maschere e tradizioni. Sono 15 i carnevali storici dell’Emilia-Romagna presenti nell’albo regionale. Tra i più antichi ci sono quello di Cento (Bo) che risale al 1546, divenuto “Carnevale d’Europa” e gemellato con il carnevale di Rio de Janeiro e il, carnevale di San Giovanni in Persiceto.
Entrambi hanno avviato l’iter per la candidatura come patrimonio culturale immateriale UNESCO. Ma quasi tutti affondano le loro radici in tempi antichi, da miti e leggende medievali, e coltivano, attraverso l’associazionismo, la tradizionale lavorazione della cartapesta. A Castelnovo di Sotto (RE), dove esiste dal 1885, si trova il Museo della Maschera del Carnevale, un centro di documentazione e ricerca inaugurato nel 2007, che raccoglie manufatti storici in un’esposizione d’eccellenza. Mentre il Carnevale di Gambettola (FC) che risale al 1886, ha dato vita dal 2009 alla “Bottega della Cartapesta” e alla “Scuola della Cartapesta”, che tramandano questa arte anche alle nuove generazioni.
Atri carnevali, come quello di Forlimpopoli (FC) e Cotignola (RA) si rifanno alla tradizione del taglio della vecchia, che consacra il passaggio dall’inverno alla primavera, portatrice di rinnovamento e prosperità. Anche il carnevale di Cotignola segue la tradizione della Segavecchia, e a partire dal mese di febbraio la scuola Arti e Mestieri di Cotignola si trasforma in una vera e propria fabbrica della cartapesta: un’officina artigianale ramificata in vari laboratori, durante i quali bambini e ragazzi costruiscono maschere e burattini. Infine, il Carnevale più ecologico è senza dubbio quello dei “Fantaveicoli” di Imola (BO), organizzato dal Comune fin dal 1998, vede sfilare nelle vie cittadine macchine a spinta, a elica, a pedali, i “fantaveicoli” appunto, realizzati con materiale di riciclo e motori a emissione zero. Una manifestazione che coinvolge tanti giovani in un ricco scambio tra generazioni.
Balanzone, Sganapino, Sandrone, Tasi, Berbaspén… Antichi riti, ma anche la Commedia dell’Arte, il teatro popolare e quello dei Burattini, hanno dato vita nel tempo a figure comiche o grottesche che animano i carnevali dando consistenza a personaggi e modelli di comportamento deprecabili o meritevoli di lode. Sono riconosciute ormai da tutti. I loro pregi e difetti sono quelli di tutta l’umanità.
A cura di Cinzia Leoni, Stefano Asprea e Agata Matteucci.