Trascrizione

Specialmente Pubblici

Episodio 14 | Michele Masetti – Chirurgia robotica


A un certo punto della storia umana, le macchine hanno iniziato a svolgere compiti complessi e il mondo ha immaginato che un giorno avrebbero potuto sostituirsi all'uomo; una prospettiva che ha sempre generato sentimenti contrastanti, producendo nel tempo una vasta letteratura economica, scientifica, filosofica, accanto a una miriade di narrative. E mentre ci si interroga sulle implicazioni etiche e sociali, le macchine intelligenti continuano a evolvere a una velocità impressionante in ogni campo dell'agire umano: anche in medicina, robotica e intelligenza artificiale ci conducono in luoghi impensati, trasformando ogni cosa, a partire dal gesto chirurgico. 


Specialmente Pubblici è la seconda serie del podcast prodotto da Regione Emilia-Romagna per rafforzare la consapevolezza che il servizio sanitario nazionale e quello regionale sono un patrimonio collettivo di grandissimo valore. Un patrimonio fatto di specializzazioni, di équipe e persone che si distinguono anche per riconoscimenti conseguiti in Italia e all'estero. Donne e uomini che hanno scelto di compiere ogni giorno un passo in avanti per continuare a garantire le migliori cure a tutti, nessuno escluso.


Micro è la parola chiave di questo episodio. Oggi parliamo di microchirurgia robotica e di una piccola città emiliana, Imola, dove la fantascienza è già realtà. Una comunità di appena 70.000 abitanti, dotata del più evoluto sistema di chirurgia mini invasiva robot assistita, il robot Da Vinci. Ne va giustamente fiero il dottor Michele Masetti, primario dell'Unità operativa complessa di Chirurgia generale dell'Ospedale di Santa Maria dalla Scaletta.


Michele Masetti, direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia generale dell’Ospedale di Santa Maria della Scaletta di Imola Cosa facciamo di speciale all'Ospedale di Imola? All'Ospedale di Imola, circa un anno e mezzo fa, è stato deciso di portare all'interno della sala operatoria la tecnologia chirurgica che si va espandendo in tutto il mondo. Quindi un ospedale relativamente piccolo ha deciso di investire in tecnologia per migliorare il trattamento chirurgico delle patologie oncologiche, addominali, urologiche e ginecologiche. Questo ha cambiato il volto dell'ospedale, che negli ultimi 18 mesi è diventato un polo di attrazione per i pazienti con patologie oncologiche che hanno necessità di un trattamento chirurgico.


Il robot Da Vinci ha cambiato non solo il volto dell'ospedale, ma anche il gesto chirurgico, che ora si compie per mezzo di due manipolatori simili a un joystick e di pedali che guidano la strumentazione, osservando il campo operatorio tramite il monitor di un endoscopio 3D.


Masetti I pazienti hanno gli stessi interventi chirurgici di un tempo, però con meno invasività, quindi la ripresa è molto più veloce, l'utilizzo dei farmaci quasi azzerato, il decorso postoperatorio reso molto più dolce. Oltre a questo, sono diminuite anche le complicanze chirurgiche perché la precisione del gesto permette un intervento chirurgico più preciso, ed è un miglioramento dei risultati oncologici, perché la tecnica robotica, con la magnificazione del campo operatorio in 3D, permette di fare interventi, di eseguire interventi oncologicamente perfetti.


Il robot riproduce gli stessi gesti del polso umano, consentendo libertà di movimento su sette assi, a differenza dei quattro assi degli strumenti di laparoscopia convenzionale. È una rotazione di quasi 360 gradi, che permette quindi al chirurgo di effettuare movimenti che non sarebbero possibili altrimenti.


Masetti La piattaforma robotica di cui si è dotato l'Ospedale di Imola, anche grazie alla lungimiranza del direttore generale e del direttore sanitario, è una macchina che al momento attuale non è presente in tutti gli ospedali. Se ne sono dotati gli ospedali più grandi e da circa un anno, forse meno, questa piattaforma è stata acquisita in ospedali di minore importanza.


I sistemi Da Vinci sono operativi in oltre 8.600 località nel mondo. Solo nell'ultimo anno, oltre 2 milioni di persone sono state trattate con il loro ausilio. In Europa, oggi, si contano 1.600 robot di questo tipo, di cui circa 200 nelle sale operatorie italiane.


Masetti Imola ha creduto in questo tipo di chirurgia due anni fa, quando ancora non era molto diffusa. La piattaforma robotica è un macchinario che ha un costo che supera i 2 milioni di euro. Ma, oltre alla spesa che l'acquisizione del robot impone, è necessario pensare anche alla formazione dei chirurghi che poi lavorano con il robot.


Data la natura della piattaforma, l'introduzione nel sistema Da Vinci necessita di programmi specifici di formazione per i chirurghi. Inoltre, il sistema stesso è configurabile con una console chirurgica aggiuntiva. È un sistema di simulazione virtuale a favore del medico discente. Per offrire l'opportunità di una migliore preparazione pre-intervento e agevolare l'apprendimento.


Masetti La formazione è un percorso che può richiedere molto tempo e anche molto impegno, perché dovete immaginare che un chirurgo non sta più sull'addome di un paziente e lavora con le proprie mani, ma sta su una console e muove dei joystick. Certo, sono le mani che muovono il joystick, però è un cambio totale, quindi bisogna ricominciare, resettare la propria impostazione chirurgica e pensare ad un nuovo modo di operare i pazienti.


La formazione, le ore di console: stiamo parlando di processi che richiedono investimenti importanti in termini di energie e di risorse.


Masetti Noi siamo fortunati, siamo diventati in questo anno e mezzo un centro di eccellenza, quindi vengono a Imola i giovani per formarsi nella chirurgia robotica.


Una professione nuova, che ha bisogno di nuove figure in un quadro generale di crisi delle vocazioni.


Masetti Purtroppo siamo davanti ad una situazione emergenziale, perché vi è una grave crisi di vocazioni in ambito della chirurgia generale. La chirurgia generale è una specialità che impone sacrifici, dimenticarsi dell'orario, delle volte anche dimenticarsi di fermarsi per un pranzo; e non permette grandi distrazioni o impegni al di fuori dell'ospedale. Questo ha portato uno shift dei giovani chirurghi a desiderare la specialità di chirurgia generale, entrare nella specialità di chirurgia generale e poi dopo qualche mese abbandonare. Troppi sacrifici, scarse le soddisfazioni economiche. Quindi purtroppo rispetto a quattro, cinque anni fa, dove le specialità chirurgiche venivano contese, adesso vengono abbandonate. E questo è un problema col quale dobbiamo fare i conti.


Motivare i giovani verso professioni che richiedono investimenti importanti in termini di impegno e promettono sacrifici è un problema che in questo momento riguarda in maniera trasversale molti ambiti del mondo del lavoro. Diverso però è quando investe professioni indispensabili come quella del dottor Masetti. Cosa si può fare per motivare i giovani?


Masetti Io vedo tanti giovani che passano nel mio reparto, e devo dire che sono scarsamente incentivati. Probabilmente entrano in chirurgia generale immaginandosi delle situazioni che oggi realmente non ci sono, cioè una volta quando eri il chirurgo generale di un ospedale eri una persona agiata economicamente, un grandissimo riconoscimento sociale e, diciamoci la verità, anche poche, se non zero, lamentele. Oggi abbiamo contenziosi medico-legali, anche per delle sciocchezze che non potete immaginare.


Dal suo osservatorio, cosa sta accadendo nel sistema sanitario pubblico, più in generale nelle sale operatorie, che sono anche luoghi di lavoro? Cosa possiamo aspettarci nel futuro?


Masetti L'impegno è sempre più forte perché mancano le giovani leve, e quindi il lavoro diventa sempre più duro.


Allo Stato un intervento di chirurgia robotica – facciamo l'esempio di una gastroresezione – costa molto, moltissimo. Se si facesse nel privato, sarebbero costi elevatissimi: decine di migliaia di euro.


Masetti Un intervento di chirurgia generale non troppo complesso, con una degenza di una settimana, non so, una gastroresezione, può costare nel privato intorno ai 70.000 €, compreso tutto. Nel pubblico, ovviamente, è totalmente gratuito, cioè il paziente non deve affrontare nessun tipo di spesa. Tuttavia c'è bisogno di poter offrire come sanità pubblica un intervento così tecnologicamente avanzato. I pazienti vanno a casa il giorno dopo, o il giorno dopo ancora, dell'intervento, nei casi di interventi chirurgici di media portata vanno a casa anche la sera stessa, quindi stiamo sconvolgendo il mondo della chirurgia e questo permette a noi, a Imola, che abbiamo la fortuna di avere questa piattaforma robotica, di essere considerati un'eccellenza.


L'investimento nella chirurgia robotica a Imola è stato realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio e ha portato risultati superiori a ogni aspettativa. Nel 2023 sono stati 320 gli interventi effettuati con questa tecnologia al Santa Maria della Scaletta; un numero notevolmente superiore quello ipotizzato per il primo anno di attività. Non solo: nella stragrande maggioranza dei casi si è trattato di interventi oncologici complessi, che sarebbero costati decine di migliaia di euro ai pazienti se effettuati privatamente con la stessa tecnologia.


Masetti Ovviamente siamo molto orgogliosi di questo. La sanità pubblica è un tesoro immenso che alle volte non sappiamo riconoscere, e del quale non dovremmo mai arrivare a fare a meno. 


Specialmente Pubblici è un podcast prodotto da Regione Emilia-Romagna. Direzione artistica e voce narrante sono di Mimma Nocelli. Il progetto editoriale è di Homina Comunicazione. Postproduzione e sound design sono di Fonoprint.