Episodio 7 | Clelia Zanaboni - Rianimazione pediatrica
Non ci sono cose facili nei reparti di alta specializzazione, ma proprio lì si incontrano le persone capaci di farcelo credere, come Clelia Zanaboni, alla guida della Rianimazione pediatrica dell'Ospedale dei Bambini di Parma Pietro Barilla. Un reparto ad alta intensità di cura dove i professionisti della medicina devono saper convivere con l'angoscia dei genitori, trovare le parole per gestire le attese e al contempo essere pronti a compiere manovre che a noi paiono indicibili. Qui l’emergenza medica convive con una responsabilità più grande: la consapevolezza che nei primi anni di vita si forma la modalità di sentire gli eventi del mondo e di percepire la risonanza emotiva dei propri comportamenti. Qui si lavora sempre senza dimenticare che un bambino malato è prima di tutto un bambino.
Trascrizione
Specialmente Pubblici Episodio 7 | Clelia Zanaboni – Rianimazione pediatrica
A Parma c'è un ospedale che brilla perché non ha mattoni, ma vetrate che specchiano i colori; dove il giardino è pieno di giochi e sale fin sul tetto; dove suoni, luci, superfici, odori e voci, tutto è pensato per far sentire in un luogo accogliente e familiare chi lo deve abitare. È l'Ospedale dei bambini di Parma “Pietro Barilla”, un'eccellenza frutto di una collaborazione pubblico-privato che oggi può contare anche sul reparto di terapia intensiva pediatrica, uno dei pochi in Italia. Qui l'emergenza medica convive con una responsabilità più grande: la consapevolezza che nei primi anni di vita si forma la modalità del sentire gli eventi del mondo e di percepire la risonanza emotiva dei propri comportamenti. In questo ospedale si lavora sempre, senza mai dimenticare che un bambino malato è un bambino.
Specialmente Pubblici è la seconda serie del podcast prodotto da Regione Emilia-Romagna per rafforzare la consapevolezza che il servizio sanitario nazionale e quello regionale sono un patrimonio collettivo di grandissimo valore. Un patrimonio fatto di specializzazioni, di équipe e persone che si distinguono anche per riconoscimenti conseguiti in Italia e all'estero. Donne e uomini che hanno scelto di compiere ogni giorno un passo in avanti per continuare a garantire le migliori cure a tutti, nessuno escluso.
Clelia Zanaboni, responsabile Rianimazione pediatrica Ospedale dei bambini “Pietro Barilla” di Parma – La cosa più bella che ho visto accadere nella mia vita professionale a Parma è stato il ricovero di una piccolina che allora aveva tre anni, ora ne ha sei. Una piccola con una patologia rara dell'esofago… Questa piccola ha girato diverse terapie intensive in Italia senza trovare mai, di fatto, una risoluzione completa del suo problema clinico. Quando abbiamo aperto la terapia intensiva pediatrica a Parma, la bimba ha cominciato a venire più o meno ogni tre mesi per problemi respiratori molto gravi, importanti. Ci siamo così riuniti in un’équipe multidisciplinare con l'ospedale Gaslini di Genova e abbiamo cercato di risolvere questo problema sia dal punto di vista chirurgico – è stato fatto un intervento in robotica, quindi con una tecnica all'avanguardia –, e poi dal punto di vista medico con l'equipe dei pediatri di Parma. Ad oggi la bambina ha 6 anni, sta bene, e ci auguriamo appunto di non averla più come paziente della nostra terapia intensiva, ma che torni a trovarci come sta facendo con la mamma e la sorellina in buona salute.
Non ci sono cose facili nei reparti di alta specializzazione, ma proprio lì si incontrano le persone capaci di farcelo credere. Come Clelia Zanaboni, alla guida della Rianimazione pediatrica dell'Ospedale pubblico dei bambini di Parma, “Pietro Barilla”. Un reparto ad alta intensità di cura che ha rappresentato un traguardo fondamentale nel potenziamento dell'offerta ai pazienti pediatrici. Sotto la sua responsabilità è stato attivato il trasporto pediatrico d'emergenza, un nuovo servizio a beneficio di tutta l'area dell'Emilia occidentale, da Piacenza a Reggio Emilia.
Zanaboni – La terapia intensiva pediatrica di Parma ha delle peculiarità che la rendono, forse, un'eccellenza. La prima, e quella a cui tengo assolutamente di più, è che abbiamo voluto fin dall'inizio che la nostra terapia intensiva fosse una terapia intensiva assolutamente aperta. E questo ha creato una profonda fiducia nel rapporto terapeutico coi genitori. Sappiamo che aprire una rianimazione h24 ai genitori è un gesto importante, di trasparenza, che richiede un grande sforzo, una grande comprensione da parte degli operatori, una grande capacità di comunicazione, ma che poi inevitabilmente predispone il familiare a fidarsi.
Convivere con i genitori, saperli ascoltare, anche con lo sguardo, trovare le parole per gestire la loro angoscia e al contempo essere pronti a compiere manovre che a noi paiono indicibili, richiede qualità che vanno oltre la competenza medica.
Zanaboni – Direi che l'empatia e la gestione affettiva, emotiva, della malattia dei nostri piccoli è sicuramente una delle qualità che più apprezzo nel mio gruppo e che ha permesso di creare un ambiente di lavoro molto sereno e assolutamente collaborativo. Il periodo del Covid mi ha fatto capire che i colleghi con cui stavo lavorando erano gli stessi con cui avrei voluto creare un progetto più grande. Progetto che era già stato ideato dal direttore della terapia intensiva e capodipartimento, la dottoressa Sandra Rossi, e che mi ha affidato. E quindi abbiamo aperto, circa un anno e mezzo fa, la terapia intensiva pediatrica.
Il modo di intendere la professione e di esercitare farla è quasi sempre il frutto di un insegnamento che ha lasciato il segno. Anche per la dottoressa Zanaboni è stato così.
Zanaboni – I miei due maestri di pensiero sono stati il professor Nino Stocchetti, di origini parmensi, peraltro, e a sua volta che si è formato professionalmente verso l'Ospedale Maggiore di Parma, e la dottoressa Sandra Rossi che dopo aver intrapreso i primi passi dalla sua carriera medica presso il nostro ospedale, è poi tornata come direttore e capodipartimento dell'emergenza-urgenza nella nostra struttura. Da loro ho imparato tantissimo: la passione per la ricerca, la capacità di organizzazione, la responsabilizzazione, la valorizzazione delle virtù professionali e delle passioni individuali, che cerco di trasmettere all'èquipe che dirigo.
Quando si parla di rianimazione pediatrica, così come di chirurgia su bambini piccolissimi, non stupisce che la maggior parte di noi si rifiuti di immaginare come sia possibile per lo specialista agire. È una sorta di pudore misto a rimozione, dietro il quale sentiamo la necessità di rifugiarci. E proprio lì, da dove noi vorremmo fuggire, la dottoressa Zanaboni e i colleghi devono andare in profondità, analizzando ogni aspetto e privilegiando sempre il confronto.
Zanaboni – Quasi mai qualcosa è come sembra, soprattutto se parliamo di un bambino con necessità di cure intensive. Per cui la volontà di approfondire sempre i problemi, il continuo confronto coi professionisti, anche di altri centri, è qualcosa che ci insegna a diventare dei veri maestri e che necessariamente poi dobbiamo trasferire al nostro gruppo con la stessa convinzione, lo stesso entusiasmo con cui sono stati trasmessi a me.
Il reparto diretto dalla dottoressa Zanaboni in meno di due anni è diventato un punto di riferimento dentro e fuori la Regione.
Zanaboni – L'Emilia-Romagna è sicuramente una regione molto fortunata dal punto di vista delle terapie intensive pediatriche: sappiamo che in Italia le terapie intensive pediatriche sono poche, soprattutto in alcune regioni del Sud. L'Emilia-Romagna può contare ben due terapie intensive pediatriche, che sono dei veri e propri hub pediatrici, quindi che possono offrire ai pazienti, ai piccoli pazienti, praticamente una serie di cure d'eccellenza.
Questione di competenze, di organizzazione, ma anche di network scientifici e di attrezzature.
Zanaboni – La nostra terapia intensiva è stata concepita con attrezzatura all'avanguardia, ma anche soprattutto con uno spirito di gruppo giovane e innovativo. E questo ha portato a non rimanere tanto confinati a Parma: considerando il numero sempre crescente di ricoveri provenienti non solo da Parma, ma da altri centri limitrofi, abbiamo istituito un team di trasporto rapido con competenze pediatriche specifiche.
Sono pochissime le strutture pediatriche dotate di un servizio di trasporto dedicato. Eppure fa la differenza quando si tratta di piccoli pazienti in condizioni critiche.
Zanaboni – Quando veniamo attivati da un ospedale vicino per un paziente in condizioni critiche non trasportabili, ci rechiamo sul posto con i mezzi del 118, o più spesso l'ambulanza, ma anche l'elicottero, e rivalutiamo in loco le condizioni del nostro paziente, provvediamo se necessario ad un’ulteriore stabilizzazione, a fare degli accertamenti improrogabili, e poi decidiamo se trasferirlo nella nostra terapia intensiva a Parma o verso altri centri di altissima specializzazione, come per esempio il Gaslini, se il paziente ha bisogno di un supporto maggiore come il supporto extracorporeo.
La struttura diretta dalla dottoressa Zanaboni è una vera eccellenza, ma nulla può considerarsi un punto d'arrivo. Qui si continua a migliorare e a sviluppare progetti.
Zanaboni – Un altro aspetto su cui puntiamo è sicuramente la presa in carico dei bambini con bisogni speciali a domicilio. Un progetto che non ho ancora realizzato, ma spero di realizzare quest'anno, è quello di ridurre gli accessi programmati di questi bimbi fragili in ospedale, e in qualche modo cercare di trattarli il più possibile a casa. L'èquipe rianimatoria che vorrei mandare a domicilio potrà occuparsi di vari aspetti della ventilazione domiciliare, di eseguire ecografie polmonari, emogas analisi, di valutare il setting della ventilazione, di eventualmente depotenziare i pazienti, appunto, che sono ventilati, e di provvedere al cambio di alcuni device che costringono questi pazienti cronici a un rientro praticamente mensile in ospedale.
Un progetto impegnativo dal punto di vista organizzativo, ma fondamentale per il benessere psicofisico dei piccoli pazienti.
Zanaboni – Chiaramente per far fronte anche a questo nuovo progetto il numero dei colleghi che lavorano presso la mia terapia intensiva pediatrica dovrà in qualche modo essere aumentato. Questo ci permetterà di seguire questi pazienti e tutti gli altri progetti con la stessa eccellenza con cui seguiamo i pazienti in terapia intensiva nelle nostre sale operatorie pediatriche.
Cosa è per lei la sanità pubblica?
Zanaboni – La sanità pubblica è qualcosa che noi professionisti dobbiamo assolutamente tutelare. La salute pubblica è uno dei cardini della nostra democrazia, è un bene, un diritto che deve essere sempre rispettato e garantito. È l'orgoglio e probabilmente ciò che rende unica la nostra nazione e ciò che ci rende uguali e liberi.
Specialmente Pubblici è un podcast prodotto da Regione Emilia-Romagna. Direzione artistica e voce narrante sono di Mimma Nocelli. Il progetto editoriale è di Homina Comunicazione. Postproduzione e sound design sono di Fonoprint.