L'impegno della Regione
La banca data per le pari opportunità
Dal 2020 la Regione ha stanziato 9,5 milioni per sostenere attraverso bandi biennali 339 progetti presentati da Enti locali e associazioni, con cui sono state coinvolte circa 70.000 persone. Ed è emiliano-romagnola la prima “banca dati” online delle pari opportunità, online da marzo 2024, che raccoglie materiali (foto, video, testi) dei progetti che la Regione ha cofinanziato.
Il Fondo per l’imprenditoria femminile
Tra le iniziative più innovative quella sul Fondo per l’imprenditoria femminile: 7,2 milioni di euro e 239 progetti approvati per sostenere la nascita e il consolidamento di piccole e medie imprese femminili movimentando investimenti complessivi per 21 milioni di euro.
Violenza di genere: la rete sul territorio e il Piano della Regione
In Emilia-Romagna è attiva una rete sul territorio costituita da 23 centri antiviolenza e 56 case rifugio: sfiorano i 13 milioni di euro le risorse nazionali assegnate dal 2020 per sostenerla. A questa si aggiunge la rete dei 14 Centri per uomini autori di violenza, sia pubblici che privati. Nel 2021 è stato approvato il Piano triennale contro la violenza di genere, che mette al centro il rafforzamento della rete dei soggetti impegnati nel contrasto alla violenza: i Centri antiviolenza e le Case Rifugio, i Comuni e gli enti pubblici, e ancora le Forze dell’ordine, i servizi sociali e sanitari, i Centri per uomini maltrattanti, oltre che la scuola e il mondo dell’associazionismo.
Il Reddito di Libertà e i fondi per l’autonomia abitativa
Il Reddito di Libertà è unassegno mensile fino a 400 euro (per un massimo di un anno) per le donne che stanno affrontando un percorso di uscita dalla violenza. Una misura sostenuta con 2,6 milioni di euro di finanziamenti regionali per integrare le risorse nazionali insufficienti a soddisfare tutte le domande. Tenuto conto delle ulteriori risorse regionali pari a 450 mila euro stanziate per il 2024, sono complessivamente 830 le donne che in Emilia-Romagna ne hanno potuto beneficiare, di cui circa 620 grazie alle risorse regionali.
Stanziati contributi anche per aiutare le donne vittime di violenza a sostenere le prime spese per l’affitto e la gestione di un’abitazione. In questa legislatura circa 2,2 milioni di euro sono stati distribuiti tra i Comuni per erogare alle donne, inserite in un progetto specifico che prevede l’uscita dalle case rifugio o da alloggi di transizione, forme di sostegno economico fino ad un massimo di 6 mila euro.
Le campagne di comunicazione
È partita a gennaio, per durare l’intero 2024, la campagna di comunicazione “Se lo dice è violenza, Se lo dici è violenza”, nata per contrastare la violenza psicologica agita dagli uomini contro le donne. Prevede dodici manifesti, uno per mese, che contengono altrettante frasi violente rivolte loro abitualmente da uomini, una violenza psicologica quotidiana che spesso anticipa quella fisica, e l’invito, per le donne che la violenza la subiscono a rivolgersi ai Centri antiviolenza e per gli uomini che la violenza la agiscono ai Centri attivi sul territorio regionale. Insieme al riferimento al numero verde nazionale: 1522. I manifesti sono visibili nelle strade e nelle piazze dei Comuni con popolazione superiore a 30mila abitanti, in bacheche comunali e biblioteche, oltre che sui social, anche attraverso la collaborazione con Anci Emilia-Romagna, l’Associazione dei Comuni.
Dopo la pausa dovuta alla par condicio in periodo elettorale, la campagna torna a inizio mese, per poi avviarsi alla conclusione: “Sei tu il problema di questa famiglia” la frase del manifesto di dicembre. Un nuovo invito a riflettere e a non assuefarsi alla violenza verbale e piscologica, per una campagna che durante l’anno ha avuto diversi riconoscimenti, ultimo in ordine di tempo quello della Agenzia delle entrate. E che sarà tra le iniziative che verranno rilanciate dalla Provincia di Modena e dai 47 Comuni del territorio modenese sui propri canali web e social in occasione del 25 novembre.
Tale campagna si affianca alla campagna, Il nostro silenzio non ci proteggerà che, attraverso i volti di operatrici e operatori dei centri antiviolenza e del mondo sociosanitario, psicologi, mediatrici e mediatori culturali, ha l’obiettivo di migliorare l’accesso delle donne vittime di violenza alla rete territoriale, facendo conoscere i 23 Centri antiviolenza e 56 Case rifugio presenti sul territorio.