Energia
La politica dell’UE in materia di energia copre un'ampia gamma di temi volti da una parte, a costruire un’Unione dell’energia come un sistema integrato, interconnesso e ben funzionante, con un approvvigionamento di energia sicuro e a prezzi accessibili e, dall’altra, ad accelerare e agevolare la transizione dai combustibili fossili alle tecnologie energetiche pulite. La base giuridica è costituita dall’Articolo 194 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), che prevede il raggiungimento di tali obiettivi in uno spirito di solidarietà tra gli Stati Membri.
Nell’ambito del Green Deal, la Commissione europea ha avviato misure per decarbonizzare l’economia, accelerando la transizione verso le energie rinnovabili ed aumentando l'efficienza energetica, per rendere l’Europa il primo continente climaticamente neutro entro il 2050. Con il Pacchetto ‘Pronti per il 55%’ ha quindi proposto modifiche, poi approvate, alla legislazione esistente, in particolare alla direttiva sulle energie rinnovabili (RED), la direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia (EPBD) e la direttiva sull'efficienza energetica (DEE).
La crisi in Ucraina ha fortemente accelerato questo processo e con il piano REPowerEU (del maggio 2022) la Commissione europea ha inteso rispondere all'aumento dei prezzi dell'energia, ricostituendo le scorte di gas e adottando misure per l’indipendenza energetica, tra cui la facilitazione delle procedure autorizzative per le installazioni di impianti di energia rinnovabile. Dei 74 miliardi di sussidi previsti da RepowerEU, l’Italia beneficia di circa 2,7 miliardi di euro dedicati al capitolo RepowerEU del PNRR.
Con RepowerEU l’UE ha introdotto una strategia per raddoppiare la capacità solare fotovoltaica fino a 320 GW entro il 2025 e installare 600 GW entro il 2030. Il piano prevede l'obbligo giuridico graduale di installare pannelli solari sui nuovi edifici pubblici, commerciali e residenziali e una strategia volta a raddoppiare il tasso di diffusione delle pompe di calore nei sistemi di teleriscaldamento e riscaldamento collettivo. Il Piano ha altresì promosso una serie di iniziative anche legate alla riduzione dei prezzi dell’energia.
Nel 2023 è stato proposta l'introduzione di un Fondo sociale per il clima per sostenere i cittadini vulnerabili in situazione di povertà energetica, che diverrà operativo a partire dal 2026 con una dotazione stimata, per il periodo 2026-2032, di oltre 70 miliardi di euro derivanti dalle aste per le quote di emissioni carbonio.
Sempre nel 2023 è stato inoltre presentato il Piano Industriale del Green Deal per Zero Emissioni Nette, per fornire all’industria europea gli strumenti necessari a contribuire all’obiettivo di neutralità climatica, promuovendo consistenti passi avanti nello sviluppo tecnologico, nella produzione e installazione di prodotti a zero emissioni nette. Il piano comprende il Regolamento per le Materie Prime Critiche, il Regolamento per l’Industria a Zero Emissioni Nette e la Riforma dell'Assetto del Mercato Elettrico. I primi due provvedimenti predispongono elenchi di materie prime (eg, litio) e tecnologie strategiche per il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal (eg, sistemi di accumulo di energia), che quindi necessitano di un maggiore supporto legislativo e, a cascata, finanziario, assegnando anche obiettivi di approvvigionamento e produzione. Per esempio, entro il 2030, l’UE dovrà essere in grado di provvedere all’estrazione di almeno il 10% del suo consumo annuale di materie prime critiche e produrre in-house almeno il 40% delle tecnologie di cui ha bisogno per la transizione verde. Infine, la Riforma dell'Assetto del Mercato Elettrico comprende tre aree di azione:
- Proteggere i consumatori dalla volatilità dei prezzi dell'energia, ampliando l’offerta di contratti di fornitura a prezzo fisso oltre che a prezzo variabile e permettendo agli Stati, a certe condizioni, di intervenire sui prezzi dell’energia al dettaglio per proteggere i consumatori più vulnerabili;
- Migliorare la stabilità e la prevedibilità del costo dell'energia, favorendo la diffusione di contratti di fornitura di energia di lungo periodo per le imprese a prezzo fisso;
- Stimolare gli investimenti nelle energie rinnovabili, prevedendo contratti per differenza, firmati tra un produttore di energia elettrica e un ente pubblico – tipicamente lo Stato – che fissa un prezzo di esercizio che assicuri al produttore un ricavo fisso dalla vendita di energia nel lungo periodo.
Infine, il meccanismo per collegare l'Europa per il periodo 2021-2027 ha una componente dedicata a sostenere le infrastrutture energetiche (inclusi i progetti di interesse comune IPCEI) dei paesi e le reti TEN-E. Sono stati finanziati progetti (lavori e/o studi) nel settore della trasmissione elettrica, delle reti per metano, idrogeno e CO2, delle smart grids e per progetti transfrontalieri sull’energia rinnovabile.
A seguito delle elezioni del Parlamento Europeo di giugno 2024, risultanti in un nuovo mandato di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione Europea, sono state presentate le priorità di tale nuovo mandato, tra cui:
- Un Piano per l’Industria Pulita (Clean Industrial Deal), per promuovere maggiori investimenti nelle tecnologie pulite e strategiche in Europa e nelle industrie ad alta intensità energetica;
- Revisione delle norme sugli Aiuti di Stato, per consentire misure di sostegno all'edilizia abitativa, in particolare all'edilizia sociale ed efficiente sotto il profilo energetico, a prezzi accessibili;
- Implementazione rapida ed efficace del Fondo Sociale per il clima, per contribuire, nello specifico, alle ristrutturazioni edilizie e all'accesso ad alloggi efficienti dal punto di vista energetico a prezzi accessibili.