Le politiche UE per la trasformazione digitale

Le politiche dell’UE legate alla trasformazione digitale costituiscono un’agenda trasversale a diverse aree di policy, di particolare rilevanza nell’epoca attuale. Non esiste una competenza comunitaria specifica sul digitale, ma l’UE ha competenza concorrente sul mercato interno, competenza “parallela” agli Stati su ricerca e sviluppo tecnologico, competenza di sostegno agli Stati su industria e cooperazione amministrativa. La base giuridica per le politiche digitali dell’UE risiede spesso nell’Art. 114 TFUE sul ravvicinamento delle normative nazionali per il mercato interno.

Già la Commissione Juncker aveva intrapreso iniziative in materia digitale, fra cui l’elaborazione di una Strategia per l’Intelligenza Artificiale, l’adozione della General Data Protection Regulation (GDPR) e l’introduzione di un nuovo Programma dedicato, “Europa Digitale”, nel bilancio a lungo termine per il 2021-2027. La Commissione Von der Leyen ha fatto di “Un’Europa pronta per l’era digitale” una delle proprie sei priorità e ha posto al centro della propria azione politica la “doppia transizione”, verde e digitale.

Con la transizione digitale l’UE mira a rafforzare le proprie capacità digitali e la propria autonomia strategica, tramite la condivisione dei dati, il calcolo ad alte prestazioni, l’intelligenza artificiale, la trasformazione digitale dell’industriacompetenze digitali potenziate, le normative in materia di responsabilità e sicurezza per piattaforme, servizi e prodotti digitali, il completamento del mercato unico digitale e la trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni. La Commissione ha definito l’attuale decennio come “decennio digitale europeo”, indicando obiettivi concreti al 2030.

Con una prima Comunicazione, Plasmare il futuro digitale dell’Europa (febbraio 2020), la Commissione ha delineato le azioni di politica digitale da intraprendere nei campi i) dello sviluppo tecnologico, ii) dell’economia e del mercato, iii) della società e dei diritti. Dopo lo scoppio della pandemia da Covid-19, la Comunicazione Bussola per il digitale 2030: il modello europeo per il decennio digitale (marzo 2021) ha individuato obiettivi digitali da raggiungere entro il 2030 in quattro settori: i) competenze (di base e specialistiche); ii) infrastrutture digitali (connettività, semiconduttori, cloud/edge, calcolo quantistico); iii) trasformazione digitale delle imprese (diffusione delle tecnologie, innovatori di mercato, PMI); iv) trasformazione digitale dei servizi pubblici (servizi pubblici essenziali, sanità digitale, identità digitale).

Per raggiungere gli obiettivi, le istituzioni europee hanno concordato un “Programma Strategico per il Decennio Digitale 2030”, istituito con apposita Decisione entrata in vigore nel gennaio 2023. Si tratta di un quadro di governance che stabilisce un meccanismo di cooperazione fra Commissione e Stati membri e di monitoraggio per l’attuazione progressiva degli obiettivi del decennio digitale, fondata su un ciclo di policy iterativo e pluriennale. Nel settembre 2023 la Commissione ha pubblicato la prima Relazione annuale sullo stato del decennio digitale e presentato traiettorie di sviluppo a livello dell’UE, sulla cui base gli Stati membri sono chiamati ad elaborare tabelle di marcia strategiche nazionali. Il percorso per il decennio digitale comprende anche un nuovo strumento, il Consorzio europeo per le infrastrutture digitali (EDIC), per lo sviluppo di progetti multinazionali su larga scala (MCP).

La Commissione Von der Leyen ha inoltre presentato una Comunicazione relativa ai diritti e ai principi digitali, da approvarsi come Dichiarazione solenne insieme al Parlamento Europeo e al Consiglio dell’UE. La Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale è stata firmata congiuntamente da rappresentanti delle tre istituzioni nel dicembre 2022, in occasione del Consiglio Europeo. La Dichiarazione illustra l'impegno dell'UE a favore di una trasformazione digitale sicura, protetta e sostenibile che mette al centro le persone, in linea con i valori e i diritti fondamentali dell'UE. Il documento enuncia diritti, principi e impegni sulla base di sei capitoli: i) mettere le persone al centro della trasformazione digitale; ii) solidarietà e inclusione; iii) libertà di scelta; iv) partecipazione allo spazio pubblico digitale; v) sicurezza, protezione e conferimento di maggiore autonomia e responsabilità; vi) sostenibilità.

Nell’insieme, il quinquennio 2019-2024 ha visto realizzarsi un corpus di norme ampio e ambizioso, senza precedenti in ambito digitale nella storia dell’integrazione europea, con le quali si sono poste o consolidate le basi delle politiche digitali dell’UE in una pluralità di settori, fra i quali in prevalenza:

  • Norme su piattaforme digitali
  • Autonomia strategica
  • Intelligenza artificiale
  • Condivisione dei dati
  • Cybersicurezza
  • Servizi pubblici digitali
  • Connettività
  • Sostenibilità ambientale

Le linee guida politiche presentate da Von der Leyen per la ricandidatura alla guida della Commissione europea inquadrano il digitale in particolare come volano per accrescere produttività e competitività dell’UE. Fanno quindi riferimento al completamento del mercato unico in ambito digitale, ad ulteriori investimenti in tecnologie dirompenti e in innovazione legata all’IA, al proseguimento delle politiche di condivisione e sfruttamento dei dati, all’implementazione efficace della legislazione digitale adottata durante mandato precedente.

Reti di regioni Europee nell'ambito delle politiche UE per il digitale


ERRIN (European Regions Research and Innovation Network)

A chi rivolgersi
Andrea Pareschi  

Trasformazione Digitale