Per contrastare il traffico di esseri umani, l'UE si è impegnata a stabilire regole più severe per i trafficanti di esseri umani e a migliore l’assistenza alle vittime. La Direttiva 2011/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 aprile 2011 concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime e che sostituisce la decisione quadro del Consiglio 2002/629/GAI, stabilisce norme minime a livello di Unione europea (UE) relative alla definizione dei reati e delle sanzioni in materia di tratta di esseri umani. Inoltre, prevede misure che mirano a rafforzare la prevenzione del fenomeno e la protezione delle vittime.

A luglio 2024 è entrata in vigore la Direttiva (UE) 2024/1712 del Parlamento e del Consiglio che modifica la direttiva 2011/36/UE, includendo nuove norme per rafforzare il contrasto alla tratta di esseri umani. Queste norme forniscono strumenti più incisivi alle forze dell'ordine e alle autorità giudiziarie per indagare e perseguire le nuove forme di sfruttamento, comprese quelle che avvengono online, e garantiscono un livello più elevato di assistenza e sostegno alle vittime.

Dal 2010, la Commissione ha nominato un Coordinatore antitratta dell'UE per migliorare il coordinamento e la coerenza tra le azioni di istituzioni e agenzie dell'UE, degli Stati membri dell'UE, dei paesi non UE e dei soggetti che operano a livello internazionale per contrastare la tratta degli esseri umani.  

Relativamente all’impiego di cittadini di paesi terzi che si trovano nell’UE in situazione di soggiorno irregolare, la Direttiva 2009/52/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 giugno 2009, introduce norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare. Come annunciato nel nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo, a settembre 2021, la Commissione europea ha adottato una comunicazione sull'applicazione della direttiva, con l'obiettivo di rafforzare la sua attuazione tutelando nel contempo i diritti dei migranti irregolari.. 

Inoltre, l’Agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne – Frontex, istituita con il Regolamento (CE) n. 2007/2004 del Consiglio, del 26 ottobre 2004, risponde all’esigenza di migliorare la gestione integrata delle frontiere esterne degli Stati membri dell’UE. Nel 2019 l'Agenzia ha ottenuto un nuovo mandato, mezzi e poteri propri per proteggere le frontiere esterne, effettuare più efficacemente i rimpatri e cooperare con i paesi terzi. Un corpo permanente di 10.000 guardie di frontiera con poteri esecutivi è diventato pienamente operativo nel 2021 e raggiungerà la piena capacità entro il 2024. 

L’UE si è altresì impegnata a sviluppare una strategia di gestione integrata delle frontiere, che mira a mantenere elevati i livelli di sicurezza, anche attraverso l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione, quali il sistema di informazione visti (VIS) e le tecniche biometriche di identificazione, come, ad esempio, le impronte digitali.   

A maggio 2015, la Commissione europea ha presentato un Piano d’azione dell’UE contro il traffico di migranti (COM(2015) 285 final), che rientra nelle azioni previste nell’Agenda europea in materia di migrazione, e finalizzato a ridurre gli incentivi alla migrazione irregolare. 

Nel 2021, la Commissione ha adottato una nuova strategia dell'UE per la lotta alla tratta di esseri umani, con l’obiettivo di definire una risposta globale al crimine: dalla prevenzione, alla protezione e alla responsabilizzazione delle vittime, fino alla consegna dei trafficanti alla giustizia.