Unione per il Mediterraneo
Il quadro delle relazioni tra UE e i singoli paesi dell’area si inserisce nell’ambito del più ampio quadro del partenariato globale euro mediterraneo o processo di Barcellona che, avviato nel 1995 all'insegna di reciprocità, solidarietà e co-sviluppo, è finalizzato alla creazione di una cooperazione di natura politica, economica e sociale. Nell’ambito del partenariato l’UE appoggia inoltre lo sviluppo della cooperazione regionale tra i paesi partner del Mediterraneo, come premessa per la creazione di una regione in pace e stabilità.
Il Partenariato Euro-Mediterraneo è stato rivitalizzato sotto l’impulso della Presidenza francese dell’UE nel 2008, ed è stato trasformato dell’Unione per il Mediterraneo in occasione del Summit dei capi di stato e di governo dei paesi euro-mediterranei di Parigi del 13 luglio 2008. Il partenariato euro mediterraneo include i 27 membri dell’UE e i 16 paesi dell’area Mediterraneo e Medio Oriente: Algeria, Egitto, Israele Giordania, Libano, Mauritania, Monaco, Marocco, Autorità Palestinese, Siria, Tunisia e paesi di pre-adesione come Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro.
L’ Unione per il Mediterraneo prevede organismi permanenti di dialogo e relazioni istituzionali che dovrebbero facilitare il dialogo e la condivisione di politiche di interesse comune alle parti: tra le strutture istituzionali sono stati individuate la copresidenza dei summit, individuazione di funzionari esperti per preparare gli incontri e monitorare il percorso, un commissione permanente congiunta (con sede a Bruxelles) ed un segretariato tecnico.
Nel contesto del processo di partenariato euro-mediterraneo sono stati conclusi Accordi di Associazione, accordi bilaterali che si prefiggono di promuovere, un dialogo periodico in materia politica e di sicurezza, fornendo un quadro adeguato propizio allo sviluppo di relazioni strette tra le parti; il commercio e il dialogo sociale, culturale e umano. Tali accordi sono conclusi tra l’UE e i suoi Stati membri, da un lato, e i paesi partner del Mediterraneo dall'altro, e sostituiscono gli accordi preesistenti conclusi negli anni ‘70, detti accordi di cooperazione.