REPowerEU: cos’è e come funziona il Piano europeo per l’energia
La crisi aggravata dall’aggressione russa all’Ucraina pone sempre di più l’energia al centro dell’agenda politica europea. La necessità di garantire l’approvvigionamento, riducendo la dipendenza dell’UE dalla Russia, è stata riaffermata anche dalla Presidente von der Leyen con il Discorso sullo Stato dell’UE lo scorso 14 settembre. Al cuore della risposta UE a questa nuova emergenza, il piano Repower EU, che ha l’obiettivo di assicurare la diversificazione delle forniture e accelerare la transizione verso le fonti rinnovabili.
Con il discorso sullo Stato dell’Unione, pronunciato dinnanzi al Parlamento Europeo riunito in sessione plenaria a Strasburgo, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha ribadito la centralità del tema dell’energia nell’agenda politica europea. E’ in particolare l’urgenza di garantirne l’approvvigionamento e contenerne i costi per cittadini e imprese, a spingere l’UE verso la riduzione della dipendenza dai combustibili fossili russi, verso la collaborazione più stretta con fornitori affidabili e l’investimento su energie rinnovabili e, in particolare, sull'idrogeno.
Al centro della risposta UE all’inasprimento della crisi energetica c’è REPowerEU, il piano presentato lo scorso 18 maggio 2022 dalla Commissione Europea con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dell'UE dai combustibili fossili russi accelerando la transizione e costruendo un sistema energetico più resiliente. Il piano è stato completato il 20 luglio, con un ulteriore tassello volto a ridurre del 15% la domanda di gas in tutti gli Stati membri (SM) dell'UE nei prossimi 8 mesi e ad immagazzinare più gas per l'inverno.
Quali sono i pilastri di REPowerEU?
Sono quattro le azioni previste da REPowerEU per rispondere in modo appropriato alla crisi energetica:
- risparmiare energia;
- diversificare l'approvvigionamento;
- sostituire rapidamente i combustibili fossili accelerando la transizione europea all'energia pulita;
- combinare investimenti e riforme in modo intelligente.
Quali sono gli investimenti per REPowerEU?
Al fine di realizzare il piano REPowerEU, risulta necessario investire oltre 210 miliardi di euro nei prossimi 5 anni. Le risorse provengono in parte dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza che rende disponibili 225 miliardi di euro sotto forma di prestiti e 20 miliardi in forma di sovvenzioni. A tal fine gli Stati membri potranno aggiungere un capitolo REPowerEU ai loro piani di ripresa e resilienza (PNRR) per orientare gli investimenti verso le priorità REPowerEU. La politica di coesione 2021-2027 supporta già la decarbonizzazione e la transizione verde, investendo 100 miliardi di euro nelle energie rinnovabili, nell’idrogeno e nelle relative infrastrutture. Inoltre, ulteriori 26.9 miliardi dal fondo di coesione (7,5 %) e 7.5 miliardi dalla politica agricola comune 2023-2027 potrebbero essere dedicati ad implementare REPowerEU.
E’ possibile inoltre sviluppare progetti finanziati dal Fondo Europeo per l’Innovazione e dal Meccanismo per Collegare l’Europa a sostegno delle reti transeuropee dell’energia.
In che modo l’UE potrà diversificare le fonti e comprare energia comune?
Oltre ad accordi con fornitori più affidabili, tra cui Stati Uniti, Canada, Norvegia e Azerbaijan, la CE intende concludere accordi politici con Egitto e Israele per aumentare le forniture di GNL, rafforzare il dialogo energetico con l'Algeria, proseguire la cooperazione con i principali produttori del Golfo, compreso il Qatar, e l'Australia. Intende inoltre cooperare coordinandosi con acquirenti di gas come Giappone, Cina e Corea ed esplorare il potenziale di esportazione di paesi dell'Africa subsahariana come Nigeria, Senegal e Angola.
La piattaforma energetica dell'UE è un meccanismo volontario che metterà in comune la domanda, coordinerà l'uso delle infrastrutture di importazione, stoccaggio e trasmissione e negozierà con i partner internazionali per facilitare gli acquisti comuni di gas, GNL e idrogeno. Attualmente l'UE non può acquistare energia direttamente da partner terzi, ma può coordinare le azioni degli Stati membri, rafforzando così la posizione negoziale collettiva dell'UE sui mercati energetici mondiali. La piattaforma lavorerà anche attraverso le task force regionali (la prima delle quali è stata istituita in Bulgaria il 5 maggio 2022), che saranno attivate anche in Ucraina, Moldova, Georgia e Balcani occidentali.
Qual è il ruolo degli Stati membri nell’attuazione del piano REPowerEU? E delle regioni?
Stati membri ed enti locali e regionali hanno un ruolo primario nell’incoraggiare cittadini e imprese a ridurre il consumo di energia per il riscaldamento e raffreddamento delle abitazioni e del settore dei servizi e ridurre il consumo del petrolio per i trasporti (in particolare aereo e stradale). Gli stati possono proporre misure di sostegno come aliquote IVA ridotte sui sistemi di riscaldamento efficienti, per l’isolamento degli edifici e prodotti efficienti sotto il profilo energetico, supporto allo sviluppo delle energie rinnovabili. Con la Comunicazione sul risparmio energetico nell’UE di maggio, la CE ha effettuato una valutazione delle diverse misure che potrebbero contribuire al risparmio energetico quali: riduzione dei limiti di velocità sulle autostrade di almeno 10 km/h 160, lavoro da casa fino a 3 giorni ove possibile, domeniche senza auto nelle città, incentivazione della mobilità sostenibile e della micromobilità, aumento del car sharing, guida efficiente per i camion merci e logistica, riduzione dei viaggi aerei per affari, promozione dei viaggi in treno per viaggi di lunga distanza.
Attraverso fondi aggiuntivi a favore dei Piani di Ripresa e Resilienza, gli stati potranno proporre ulteriori riforme ed investimenti volte alla decarbonizzazione industriale. Gli Stati membri dovrebbero anche istituire aree di riferimento dedicate alle energie rinnovabili (go-to-areas) con procedure di autorizzazione abbreviate e semplificate.
Quali priorità per le energie rinnovabili?
La Commissione propone di incrementare l'obiettivo 2030 dell'UE per le energie rinnovabili dall'attuale 40% al 45%. Il piano REPowerEU porterebbe la capacità complessiva di produzione di energia rinnovabile a 1 236 GW entro il 2030. La nuova EU Solar Strategy punta all’ampia diffusione dei tetti fotovoltaici che permetterebbero di soddisfare almeno il 25% della domanda di energia di tutta l’Unione. La CE propone di introdurre l’obbligo di installare i pannelli solari su tutti i nuovi edifici commerciali e pubblici con un’area superiore ai 250 metri quadrati entro il 2026. Dall’anno successivo l’obbligo scatterà anche per gli edifici già esistenti. Tutti i nuovi edifici residenziali, invece, dovranno avere i tetti solari a partire dal 2029.
In materia di idrogeno, la CE ha già introdotto nella proposta di Direttiva sulle Energie Rinnovabili livelli minimi di assorbimento di idrogeno rinnovabile nelle applicazioni industriali e nel settore dei trasporti. La CE promuove il concetto di valli dell'idrogeno dove intorno ai distretti industriali le applicazioni di idrogeno potrebbero essere condivise tra più utenti. Nell'ambito delle reti europee dell’energia, la CE promuoverà tre corridoi prioritari per l'idrogeno, da realizzare entro la fine del 2023. Come ricorcato dalla Presidente von der Leyen durante il Discorso sullo Stato dell'Unione, REPowerEU ha introdotto l’obiettivo ambizioso di produrre nell’UE dieci milioni di tonnellate d’idrogeno rinnovabile all’anno entro il 2030. In questo contesto, la Presidente ha sottolineato il ruolo chiave dell’idrogeno nell’economia del futuro e ha annunciato l’intenzione di introdurre una nuova Banca europea dell’idrogeno per garantire l’acquisto di idrogeno rinnovabile.
Al fine di aumentare la produzione annua di biogas e biometano a 35 miliardi di metri cubi entro il 2030, la Commissione presenta azioni in quattro aree: sostegno alla produzione di un volume massimo sostenibile di biogas con l'obiettivo di trasformarlo in biometano; sostegno alla produzione diretta di biometano da rifiuti e residui; potenziamento sostenibile e iniezione sicura di biometano nella rete del gas; supporto alla ricerca e innovazione e agli investimenti.
Quali le priorità in materia di efficienza energetica?
Attraverso la Comunicazione sul risparmio energetico, la CE propone di innalzare al 13% l'obiettivo vincolante della direttiva sull'efficienza energetica entro il 2030, rispetto allo scenario di riferimento del 2020. Un obiettivo ambizioso che dovrà essere raggiunto tramite l’efficientamento energetico degli edifici, l’ecodesign, l’etichettatura energetica ma anche con nuove abitudini quotidiane dei cittadini e del mondo del lavoro.
La CE invita quindi i due colegislatori (Parlamento e Consiglio) ad introdurre target più ambiziosi, durante i negoziati in corso per l’approvazione della Direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia e della Direttiva sull'efficienza energetica. La Commissione invita inoltre i due colegislatori a non ridurre i target del Regolamento sulla progettazione ecocompatibile di prodotti sostenibili. La CE valuterà l'opportunità di un'iniziativa legislativa volta ad aumentare la quota di veicoli a zero emissioni nei parchi auto pubblici e aziendali al di sopra di una determinata dimensione e presenterà un pacchetto legislativo sull'inverdimento del trasporto merci.
Quale contributo è richiesto ai cittadini per risparmiare energia e portare a compimento l’attuazione di REPowerEU?
La CE presenta anche raccomandazioni rivolte a tutti i cittadini dell’Unione per invitarli ad abbassare la temperatura del riscaldamento e delle caldaie, evitare di consumare energia nelle ore di punta, chiudere le porte, spegnere il riscaldamento negli ambienti inutilizzati, spegnere le luci, bloccare le correnti d'aria e ridurre il consumo di energia nei negozi al dettaglio, a scegliere una mobilità più sostenibile. La CE ha avviato quindi la campagna "Playing my part", incentrata sulle azioni che si possono adottare a livello individuale per risparmiare energia. Lavorerà con gruppi di portatori di interessi per aumentare la portata delle azioni di informazione e massimizzarne l'efficacia. La campagna di informazione prevedere anche lo sviluppo di servizi di consulenza destinati ai cittadini e alle PMI, per esempio sportelli unici o kit per l'efficienza energetica e azioni da svolgere nelle scuole.