I Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza e le opportunità per le Regioni Italiane
Per poter usufruire delle risorse messe a disposizione dall’UE nell’ambito del Dispositivo di Ripresa e Resilienza, l’Italia e gli altri Stati Membri presentano i loro Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza. Il Piano italiano guarda al 2026 e – in linea con le priorità europee – concentra gli interventi su digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale, mantenendo alta l’attenzione su parità di genere, i giovani e il riequilibrio territoriale.
Fin dalla prima fase dell’emergenza legata alla pandemia da Covid-19, l’UE ha introdotto strumenti e misure senza precedenti per far fronte alla pandemia. Con l’obiettivo di sostenere l’economia europea e di favorire la ripresa, la Commissione Europea ha proposto a maggio 2020 un Piano per la ripresa orientato a un’Europa più sostenibile, digitale, resiliente e inclusiva. Il negoziato, culminato con l’accordo del Consiglio Europeo di dicembre 2020, ha approvato le risorse del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2021-2027 e del nuovo strumento per la ripresa Next Generation EU, per un totale di €1824.3 miliardi (€1074.3 miliardi per il QFP e €750 miliardi per il Next Generation EU). Cuore di Next Generation EU è il Dispositivo di Ripresa e Resilienza (Recovery and Resilience Facility – RRF) che mette a disposizione degli Stati Membri ingenti fondi per mitigare l’impatto economico e sociale della pandemia.
Dispositivo di Ripresa e Resilienza
Il Dispositivo di Ripresa e Resilienza (Recovery and Resilience Facility) dispone di €672,5 miliardi in prestiti (€360 miliardi) e sovvenzioni (€312,5 miliardi) per favorire riforme e investimenti negli Stati Membri. Gli interventi previsti nell'ambito del Dispositivo dovranno generare un valore aggiunto europeo, rafforzando allo stesso tempo l’autonomia strategica dell’Unione. L'ambito di applicazione del Dispositivo riguarda aree di intervento di pertinenza europea, strutturate in “sei pilastri”:
- transizione verde;
- trasformazione digitale;
- crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, che comprenda coesione economica, occupazione, produttività, competitività, ricerca, sviluppo e innovazione, e un mercato interno ben funzionante con piccole e medie imprese (PMI) forti;
- coesione sociale e territoriale;
- salute e resilienza economica, sociale e istituzionale, al fine di rafforzare, tra l'altro, la capacità di preparazione e di risposta alle crisi;
- politiche per la prossima generazione, l'infanzia e i giovani, come l'istruzione e le competenze.
Per guidare l’attuazione del Dispositivo è stata istituita il 16 agosto 2020 la Task Force per la Ripresa e la Resilienza . Essa fa capo al Segretariato Generale della Commissione ed opera in stretta collaborazione con la Direzione Generale degli Affari Economici e Finanziari (DG ECFIN) per coordinare il sostegno agli Stati nell’elaborazione e nell’implementazione dei loro Piani. Lo Steering Board include la Presidente von der Leyen, i 3 vicepresidenti esecutivi, il Commissario Gentiloni, la segretaria Generale Celine Gauer e rappresentanti della DG ECFIN.
Preparazione dei Piani di Ripresa e Resilienza (PNRR) e valutazione
I Piani nazionali degli Stati membri devono includere riforme ed investimenti da attuare entro metà 2026. L’erogazione dei fondi avverrà in modo rateale, un anticipo del 13% al momento dell’approvazione del piano e il successivo esborso previo il raggiungimento di target intermedi (milestones) e degli obiettivi concordati (targets). I PNRR dovrebbero far fronte alle sfide identificate nel Semestre Europeo ed in particolare tener conto delle raccomandazioni specifiche per paese del Consiglio (nello specifico quelle relative al ciclo 2019-2020). Ogni Stato Membro dovrebbe inoltre contribuire ai quattro principi guida delineati nella Strategia Annuale di Crescita Sostenibile (ASGS) 2021: sostenibilità ambientale, produttività, equità, stabilità macroeconomica.
La Commissione Europea incoraggia inoltre gli SM ad includere nei loro PNRR investimenti e riforme in sette progetti faro con benefici tangibili per l’economia e i cittadini dell’UE:
- Utilizzare più energia pulita e rinnovabile (Power up);
- Rinnovare gli edifici (Renovate);
- Installare punti di ricarica e rifornire (Recharge and Refuel);
- Collegare con rete 5G (Connect);
- Modernizzare la pubblica amministrazione con digitale (Modernise);
- Espandere per aumentare efficienza energetica e-cloud e big data (Scale-up);
- Riqualificare e migliorare le competenze in materia di digitale (Reskill and Upskill).
Lo strumento è anche strettamente allineato con le priorità della Commissione Europea: gli Stati Membri devono indirizzare il 37% della spesa verso investimenti e riforme per il clima ed il 20% per promuovere e favorire la trasformazione digitale.
La Commissione Europea per ha stilato delle linee guida aiutare gli SM nell’elaborazione, implementazione e valutazione dei PNRR. In generale gli SM devono elaborare dei Piani che diano una risposta bilanciata alla situazione economica e sociale, che promuovano la crescita potenziale e la creazione di posti di lavoro, che tengano in considerazione la dimensione paritaria, che includano progetti transfrontalieri e multinazionali e che affrontino le sfide del digitale e del green, basando ogni azione sul principio cardine del “Do No Significant Harm” (DNSH). Inoltre, gli Stati devono includere nei loro Piani dei sistemi di monitoraggio, controllo e audit che attestino la coerenza e l’efficienza dei loro progetti alla luce di milestones e targets ben definiti.
La valutazione dei piani
La Commissione Europea ha due mesi a disposizione per valutare i PNRR e proporre una Decisione di implementazione che il Consiglio dovrà approvare entro un mese. Sono 11 criteri di riferimento, che seguono un sistema di valutazione nella gamma da A a C. Tali criteri riguardano il contributo al raggiungimento degli obiettivi previsti dai sei pilastri del Dispositivo di Ripresa e Resilienza, alla risposta alle sfide individuate dalle Raccomandazioni Specifiche per il paese, il rafforzamento del potenziale di crescita, dell’occupazione e della resilienza economica e sociale dello Stato Membro (anche in linea con l’attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali) e della risposta alla crisi, alla transizione verde e digitale, all’impatto, alla coerenza e alla gestione dello stesso piano.
I PNRR ricevono una valutazione positiva e l'approvazione della Commissione se tutti i criteri vengono valutati con una A o in alternativa, una maggioranza di B su A e nessuna C.
Ruolo del Parlamento Europeo per il monitoraggio dell’attuazione del Piano di ripresa
Al fine di controllare l’attuazione dei piani sulla ripresa e la resilienza, la Conferenza dei Presidenti del Parlamento europeo ha istituito un gruppo di lavoro ECON-BUDG con 27 membri titolari e 14 sostituti.
- Il dialogo sulla ripresa e la resilienza con la CE e il Consiglio dovrebbe aver luogo ogni 2 mesi.
- La Commissione dovrebbe fornire una relazione annuale al Parlamento e al Consiglio sull'attuazione dello strumento.
- Due volte all'anno gli Stati Membri riferiscono nel contesto del Semestre Europeo sui progressi compiuti.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell’Italia
L’Italia ha presentato alla Commissione Europea il proprio Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza il 30 aprile. Il nostro paese avrà a disposizione dal Dispositivo di Ripresa e Resilienza 191,5 miliardi di Euro, di cui di cui €122,6 miliardi di prestiti e €68,9 miliardi di sovvenzioni. A queste risorse si aggiungono – per un totale di 235,6 miliardi di euro, 31 miliardi dal Fondo complementare e 13,5 miliardi dal programma React-EU. Il fondo complementare è pari a 30,6 miliardi ed è finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile. Il Fondo complementare servirà a finanziare il sismabonus, il piano piano Transizione 4.0 e alcune opere infrastrutturali che potranno essere realizzate anche oltre i sei anni (fino al 2026) previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Il PNRR italiano si focalizza sui tre assi di intervento condivisi al livello europeo:
- digitalizzazione e innovazione,
- transizione ecologica
- inclusione sociale
Nel complesso, il 27% del Piano è dedicato alla digitalizzazione, il 40 % agli investimenti per il contrasto al cambiamento climatico, e più del 10 % alla coesione sociale. Attraverso un approccio integrato ed orizzontale, il PNRR porta avanti tre priorità trasversali quali la parità di genere, i giovani e il riequilibrio territoriale con focus sullo sviluppo del Mezzogiorno.
In linea con le Raccomandazioni Specifiche per Paese, le riforme previste dal Piano affrontano le debolezze del Paese sia in ottica strutturale, sia ai fini della ripresa e resilienza del sistema economico e sociale a fronte della pandemia. A questo fine sono previste tre tipologie di azioni:
- Riforme orizzontali o di contesto, relative, in primis, alla Pubblica amministrazione e la giustizia.
- Riforme abilitanti, per l’attuazione del Piano e per minimizzare gli ostacoli nell’erogazione di servizi (misure di semplificazione e razionalizzazione della legislazione e per la promozione della concorrenza).
- Riforme settoriali, per innovazioni normative relative a specifici ambiti di intervento o attività economiche.
Il piano si struttura in 6 Missioni che raggruppano 16 Componenti, a loro volta articolate in 48 Linee di intervento per progetti omogenei e coerenti:
- Missione 1 - Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo (€40,32 miliardi) ha come obiettivo generale l'innovazione del Paese in chiave digitale nella modernizzazione della Pubblica Amministrazione, nelle infrastrutture di comunicazione e nel sistema produttivo;
- Missione 2 - Rivoluzione verde e transizione ecologica (€59,47 miliardi) volta a realizzare la transizione verde ed ecologica della società e dell'economia italiane per rendere il sistema sostenibile e garantire la sua competitività;
- Missione 3 - Infrastrutture per una mobilità sostenibile (€25,40 miliardi) si pone l’obiettivo di rafforzare ed estendere l’alta velocità ferroviaria nazionale e potenziare la rete ferroviaria regionale, con una particolare attenzione al Mezzogiorno;
- Missione 4 - Istruzione e ricerca (€30,88 miliardi) è focalizzata sulle generazioni future ed affronta le questioni strutturali più importanti per il rilancio della crescita, ossia la produttività, l'inclusione sociale e la capacità di adattamento alle sfide tecnologiche e ambientali e punta a garantire le competenze e le capacità necessarie con interventi sui percorsi scolastici e universitari degli studenti
- Missione 5 - Inclusione e coesione (€19,81 miliardi) riveste un ruolo rilevante nel perseguimento degli obiettivi, trasversali a tutto il PNRR, di sostegno all'empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere, di incremento delle competenze e delle prospettive occupazionali dei giovani, di riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno. Prevede inoltre investimenti nelle infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore.
- Missione 6 - Salute (€15,63 miliardi) è caratterizzata da linee di azione volte a rafforzare e rendere più sinergica la risposta sanitaria territoriale e ospedaliera, nonché a promuovere e diffondere l'attività di ricerca del Servizio sanitario nazionale.
Queste sei missioni verranno finanziate anche attraverso le risorse rese disponibili dal REACT-EU e da quelle derivanti dalla programmazione nazionale aggiuntiva.
Coinvolgimento delle regioni italiane
Nelle linee guida della Commissione Europea è indicato che gli Stati Membri sono invitati a consultare e coinvolgere le regioni e gli enti locali, intesi come partners, nell’elaborazione dei Piani e a fornire un riepilogo dei processi di consultazione. I bisogni territoriali devono essere raccolti attraverso una multi-level governance partecipata da attori nazionali, regionali e locali per ottenere una risposta efficiente alle sfide della pandemia. A definire i dettagli sarà un decreto che il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare a maggio.
La struttura di governance del Recovery inclusa nel PNRR italiano prevede un coordinamento centrale presso il Ministero dell’economia – che supervisione l’attuazione del Piano e si occupa delle richieste di pagamento alla Commissione, affiancato da altre strutture di valutazione e di controllo. Le amministrazioni coinvolte sono responsabili dei singoli investimenti e delle singole riforme e inviano i loro rendiconti alla struttura di coordinamento centrale. Il Governo costituisce delle task force locali per aiutare le amministrazioni territoriali, a cui competono investimenti pari a oltre 87 miliardi di euro, a migliorare la loro capacità di investimento e semplificare le procedure.
La regia del PNRR resta quindi centrale e le amministrazioni locali e regionali sono coinvolte in quanto responsabili dei progetti e dell’invio dei rendiconti alla struttura di coordinamento del Piano.
Per saperne di più:
- Linee guida dalla CE: Parte 1 - Parte 2
- Dispositivo di Ripresa e Resilienza
- Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell'Italia