Le tappe: dalla presentazione dei commissari designati al voto del 27 novembre

  • 17 settembre - Von der Leyen presenta la sua squadra: Il team di Commissari designati prevede 6 Vicepresidenti esecutivi. Nella lista finale dei Commissari designati ci sono 11 donne (una in meno rispetto alla formazione attuale) e 16 uomini – in percentuale il 40% e il 60%. Cinque Paesi hanno confermato i propri Commissari uscenti: Croazia, Olanda, Lettonia, Slovacchia, Ungheria. Tra le “nuove competenze” previste nei portafogli rientrano le deleghe al Mediterraneo, difesa e spazio e housing.
  • 4-7 novembre - audizioni del Commissari designati: In generale, la fase di audizioni è stata particolarmente articolata, considerata la suddivisione delle deleghe tra i Commissari e la natura interconnessa della nuova struttura. Secondo il regolamento interno del Parlamento europeo, infatti, tutte le commissioni parlamentari competenti per le materie comprese in un portafoglio di un Commissario partecipano all’audizione. Tuttavia, solo le commissioni responsabili delle audizioni votano l’approvazione del candidato. Nelle giornate comprese tra il 4 e il 7 novembre, i Commissari designati sono stati ascoltati dai membri del Parlamento europeo.
  • 12 novembre - audizioni dei vicepresidenti esecutivi e "stallo" tra le forze politiche: Nel corso della giornata, si sono susseguite le audizioni dei quattro vicepresidenti esecutivi. Sono stati in particolare l'assegnazione della prima Vicepresidenza esecutiva a un esponente di ECR, Raffaele Fitto, e quella della “super delega” alla transizione ecologica alla socialista spagnola Teresa Ribera Rodríguez a mettere a rischio la solidità della maggioranza che a luglio aveva sostenuto Von der Leyen (composta da Partito Popolare Europeo (PPE), Partito Socialista Europeo (PSE), Renew Europe e Verdi).
  • 27 novembre - il voto al Parlamento europeo:  la “frattura” tra i gruppi politici si è - solo parzialmente - ricomposta a una settimana dal voto alla Plenaria al Parlamento Europea. Con 370 voti a favore, 282 contrari e 36 astenuti, il secondo mandato di Ursula von der Leyen ottiene la maggioranza più debole mai ottenuta da un/a Presidente della Commissione e dalla sua squadra. I 31 voti ottenuti in meno rispetto al voto di luglio hanno rivelato le “spaccature” interne sia tra i banchi di Socialisti e Verdi, sia tra quelli dei Popolari. A consentire a Ursula von der Leyen di raggiungere la maggioranza hanno contribuito invece i voti di alcuni degli europarlamentari di ECR, tra cui quelli di Fratelli d’Italia.
  • 1 dicembre - l'avvio di un nuovo ciclo politico: il “semaforo verde” al nuovo esecutivo europeo segna l’avvio di un nuovo ciclo politico, la cui “bussola” sarà rappresentata dagli orientamenti politici presentati da Ursula von der Leyen in occasione del suo insediamento: Un nuovo piano per la prosperità sostenibile e la competitività UE; Una nuova era per la difesa e la sicurezza europee; Persone, rafforzamento della società e modello sociale UE; Qualità della vita: sicurezza alimentare, acqua e natura; Protezione della nostra democrazia, difesa dei nostri valori; Europa globale: leva sui partenariati UE; Realizzare insieme e preparare l'Unione al futuro.

I provvedimenti attesi per i primi cento giorni

Il 27 novembre, nel suo discorso alla Plenaria prima del voto, Ursula von der Leyen ha annunciando i principali impegni assunti per il nuovo mandato. Ha ribadito l’impegno per la libertà, la sovranità, la sicurezza e la prosperità dell'Unione europea e annunciato che la prima iniziativa della nuova Commissione sarà il "Competitiveness Compass", una strategia per la competitività che - in linea con il rapporto Draghi - sarà basata su tre pilastri: colmare il divario di innovazione, realizzare un piano comune per la decarbonizzazione e la competitività, aumentare la sicurezza e ridurre le dipendenze.

Tra le iniziative attese per i primi 100 giorni, figurano il Clean Industrial Deal e un Libro Bianco sul futuro della difesa europea oltre ad un'iniziativa sulle “AI Factories initiative”, un piano d'azione sulla sicurezza informatica per le infrastrutture sanitarie, una visione per l'agricoltura e l'alimentazione, le revisioni della politica di allargamento e gli “Youth Policy Dialogues” - che ogni commissario potrà realizzare per dare più voce alle future generazioni.

Si chiude il processo di rinnovamento istituzionale

Con l’insediamento della nuova squadra di Commissari e – sempre il 1° dicembre – del nuovo Presidente del Consiglio europeo, il portoghese Antonio Costa, si è dunque chiuso il processo di rinnovamento istituzionale, avviato con le elezioni europee di giugno. Da gennaio prenderà infine avvio la Presidenza polacca del Consiglio dell’UE, andando a ridefinire l’assetto dei vertici delle istituzioni UE che si troveranno ad affrontare un contesto internazionale contrassegnato da policrisi in continua evoluzione.

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