Le amministrazioni pubbliche dell'UE ogni anno spendono circa il 14% del PIL (oltre 2 400 miliardi di EUR all'anno) per acquistare servizi, lavori e forniture. In molti settori quali l'energia, i trasporti, la gestione dei rifiuti, la protezione sociale e la fornitura di servizi sanitari o di istruzione, sono i principali acquirenti. Circa il 48 % dei fondi strutturali e di investimento europei viene speso mediante appalti pubblici.  

Il diritto dell'UE stabilisce norme minime in materia di appalti pubblici che si applicano per l’acquisto di beni, lavori e servizi al di sopra di un certo valore per creare condizioni di parità tra imprese in Europa. Le direttive dell'UE in materia contemplano le norme procedurali, comprese le norme di applicazione generale, le norme specifiche applicabili agli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali e le norme in materia di concessioni.  

La relazione speciale della Corte dei conti europea sugli appalti pubblici nell'UE, del 2023 e le conclusioni del Consiglio (C/2024/3521), sottolineano la necessità di affrontare il problema della diminuzione della concorrenza negli appalti pubblici e sfruttare appieno il potenziale del mercato. Le relazioni di Enrico Letta "Molto più di un mercato – Rapidità, sicurezza e solidarietà: rafforzare il mercato unico per garantire un futuro sostenibile e la prosperità a tutti i cittadini dell'UE”, e di Mario Draghi "Il futuro della competitività europea” riconoscono che gli appalti pubblici sono uno strumento fondamentale per promuovere gli obiettivi dell'UE e segnalano diverse sfide e questioni importanti che devono essere affrontate. Negli orientamenti politici 2024-2029 la Presidente Ursula von der Leyen  annunciava una revisione delle direttive sugli appalti pubblici per privilegiare i prodotti europei nelle gare d'appalto bandite in determinati settori strategici e garantire il valore aggiunto dell'UE e la sicurezza dell'approvvigionamento di tecnologie, prodotti e servizi essenziali. Prevista inoltre la modernizzazione e semplificazione delle norme.
Anche nel recente parere del Comitato economico e sociale europeo intitolato "Il potenziale degli appalti pubblici per le imprese dell'economia sociale", si riconosce il ruolo degli appalti pubblici nel conseguimento degli obiettivi politici dell'UE. 

La revisione delle direttive sugli appalti pubblici , ovvero delle direttive 2014/23/UE (direttiva sulle concessioni), 2014/24/UE (direttiva sugli appalti pubblici) e 2014/25/UE (direttiva sui servizi di pubblica utilità), è quindi alla base della valutazione in essere, di cui questa consultazione pubblica fa parte.   

La Commissione analizzerà l'efficacia e l'impatto in tutta l'UE, di tali atti legislativi per verificare se siano ancora idonei allo scopo, se conseguano gli obiettivi previsti a un costo minimo e se siano adeguati ad affrontare le sfide attuali. La valutazione comprende un periodo di 8 anni (2016-2024), su tutti gli Stati membri dell'UE e i paesi del SEE.  

I criteri di valutazione sono: 1) l’efficacia nel conseguire gli obiettivi di contribuire a un elevato livello di concorrenza nel mercato unico; maggiore partecipazione delle PMI alle procedure di appalto; semplificazione e flessibilità delle procedure di appalto; trasparenza e integrità della spesa pubblica; uso efficiente dei fondi pubblici; rendere l'economia dell'UE più verde, sociale e innovativa; 2) l’efficienza come rapporto di costi e benefici, sia per gli acquirenti pubblici che per gli operatori economici, comprese le PMI; 3) la pertinenza rispetto all'evoluzione del contesto e alle esigenze di acquirenti, fornitori e utenti; 4) la coerenza interna ed esterna con altri interventi dell'UE5) il valore aggiunto dell'UE in termini di  armonizzazione delle leggi e prassi nazionali in materia di appalti pubblici e di riduzione della frammentazione giuridica e verifica dell’effettività dei benefici attesi (in termini di concorrenza leale nel mercato unico, attuazione delle politiche dell'UE, trasparenza, ecc.). 

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