Cinque anni di ricostruzione
A cinque anni dalle scosse del 20 e 29 maggio 2012, è possibile scattare una fotografia nitida su quanto fatto, e quanto resta da fare, per la ricostruzione in Emilia. Il sisma causò 28 morti e 300 feriti, 45mila le persone sfollate, con una stima dei danni pari a 13 miliardi di euro. Il terremoto investì le province di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia colpendo, nello specifico, 54 comuni e i 4 capoluoghi: a questi si aggiungono i 48 comuni limitrofi che subirono danni solo in alcuni edifici.
Commissario di Governo delegato alla ricostruzione è il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Alla struttura commissariale si affianca l’Agenzia regionale per la ricostruzione.
Oggi, oltre 14.700 famiglie sono tornate nelle proprie case, quasi 9 su 10 dei 16.547 i nuclei entrati in assistenza dopo le scosse, con le restanti 2.477 che sono in affitto o che risiedono in altri alloggi, ricevendo per questo l’aiuto economico dalla struttura commissariale, e comunque tutte inserite in un percorso di rientro nelle proprie abitazioni.
Nessuno abita più nei moduli abitativi provvisori: come programmato, i 757 prefabbricati modulari abitativi urbani (PMAR) allestiti dopo il sisma sono stati chiusi. Per i nuclei familiari che avevano ancora diritto all’assistenza sono state trovate altre soluzioni abitative maggiormente confortevoli mentre per quelli che non ne avevano più diritto sono state messe a disposizione diverse misure di carattere sociale per trovare altre sistemazioni definitive. Il 95% dei moduli provvisori è stato già smontato, strutture che in alcuni casi sono stati reimpiegate per associazioni di volontariato o per i Comuni colpiti dal sisma del Centro Italia. Le aree liberate e riconsegnate ai Comuni verranno sistemate e utilizzate per la Protezione civile o per altri usi pubblici.
Completati 5.157 cantieri, per 12.300 appartamenti e 3.500 fra uffici, botteghe artigiane e negozi.
Per una ricostruzione privata che ha visto erogati complessivamente 3,9 miliardi di euro, di cui 1,1 negli ultimi dodici mesi. A queste risorse vanno aggiunti gli oltre 800 milioni di euro che sono stati impegnati e spesi nelle fasi di prima emergenza e un miliardo liquidato dalle assicurazioni private. Alla ricostruzione hanno lavorato, in 8 cantieri su 10, aziende emiliano-romagnole che hanno lasciato un segno significativo sull’economia locale. Tangibile, in questo ultimo anno, l’accelerazione impressa sui centri storici – che rappresentano l’identità delle comunità - dove oltre la metà dei cantieri sono partiti: delle 1.251 Unità minime di intervento edilizio (Umi), la progettazione unitaria di interventi che interessano più edifici contigui e che riguarda soprattutto il cuore di città e paesi, per 941 edifici è già stata presentato domanda di contributi e sono state avviate le procedure per ricostruire e i fondi risultano erogati per 538 domande. Ma c’è un dato su tutti: allo scorso 30 marzo le pratiche depositate e relative a edifici ricompresi nelle Umi (sia per l’edilizia abitativa, produttiva che pubblica)erano il 53% degli edifici totali ricompresi nelle Umi stesse, mentre al marzo 2016 erano il 10%.
Dalla Regione sono poi arrivati 18 milioni di euro a 24 Comuni del cratere - attraverso l’Accordo del programma speciale d’area – per la realizzazione di 25 interventi di rifunzionalizzazione, rivitalizzazione e rigenerazione del tessuto urbano e del centro storico. Un terzo degli interventi è alla progettazione esecutiva e sta per essere affidato l’appalto dei lavori.
Già nelle prime ore successive alle scosse, l’impegno del Commissario si è rivolto alle scuole per contenere al minimo il disagio e consentire di dare inizio all’anno scolastico 2012/13 in condizioni normali. 417 le scuole ricostruite o risistemate, oltre sette su dieci di quelle danneggiate, 118 quelle costruite nuove antisismiche. Complessivamente, il Commissario ha messo a disposizione 344,5 milioni di euro. Gli interventi hanno seguito tre fasi distinte: prima emergenza, realizzazione di nuovi edifici temporanei e miglioramento di quelli maggiormente danneggiati, nonché ricostruzione e miglioramento sismico di tutti gli edifici che avevano subito danni. Sono 75 i cantieri ancora aperti.
La ricostruzione degli immobili a uso abitativo registra un totale di 2,118 miliardi di euro di contributi concessi e 1,403 miliardi di euro liquidati.
Migliaia le imprese che hanno avuto il contributo, facendo sì che l’economia dell’area, in cui si produceva il 2% del Pil nazionale, non solo non si mai arrestata ma oggi è tornata a crescere a ritmi superiori rispetto a prima, con l’azzeramento, già dalla fine del 2014, del monte ore di cassa integrazione utilizzato dopo le scosse e un tessuto produttivo più sicuro e ancor più competitivo
La ricostruzione delle attività produttive - che riguarda il ripristino degli immobili danneggiati e dei beni strumentali, delocalizzazione temporanea delle attività, ripristino delle scorte e dei prodotti – registra la pressoché definitiva chiusura delle concessioni per un totale di 1 miliardo e 748 milioni di euro di contribuiti di cui 740 milioni già liquidati.
Oltre ai contributi per la ricostruzione delle imprese, quelli del fondo Inail a favore delle aziende con carenze strutturali nei capannoni e per le quali occorra aumentare la sicurezza. Sulla dotazione messa a disposizione si registrano 1.275 domande presentate: sono state concessi contributi per oltre 40 milioni di euro a 1.143 imprese. Aperto nei giorni scorsi un quinto bando per 10 milioni di euro, accessibile, questa volta, anche alle imprese agricole.
Per la ricostruzione pubblica , sono pronti 1,070 miliardi, 690 milioni messi a disposizione del Commissario alla ricostruzione e 380 milioni di cofinanziamenti, fondi destinati a 1.427 interventi fra quelli previsti dal Programma delle opere pubbliche e dei beni culturali.
Dei 125 soggetti attuatori coinvolti (Comuni, Diocesi, Acer, Asp, Ausl, Università) 68 hanno totale copertura finanziaria. Dei 1.244 progetti presentati (per 939 milioni), 948 sono stati approvati (per 501 milioni) e per 669 di questi i cantieri o sono già avviati o sono di prossimo inizio.
Ad affiancare la ricostruzione pubblica sono intervenute anche le risorse legate a donazioni dei cittadini, di aziende e quelle realizzate con i proventi di importanti eventi. In totale, sono stati finanziati 82 progetti, per 33,5 milioni di euro, con oltre 32 milioni di euro derivanti da donazioni. A queste si sommano quelle ricevute e utilizzate direttamente dai Comuni.
Nella sua ultima configurazione, il Programma delle opere pubbliche e dei beni culturali porta ad una stima di 1,524 miliardi di euro necessari alla realizzazione dei 1.870 interventi programmati. Il Commissario è al lavoro con il Governo per avere la disponibilità di tutte le risorse necessarie per finanziare e completare totalmente la ricostruzione pubblica.
Sono 118 le chiese riaperte al culto dopo il sisma in Emilia del 2012: 54 sulle quali si intervenne nei mesi successivi alle scosse (con una spesa di oltre 15 milioni di euro) per garantire lo svolgimento delle funzioni in ogni comune colpito e altre 64 fra quelle inserite nel Piano delle opere pubbliche e dei beni culturali, per il quale sono complessivamente disponibili 252 milioni di euro, di cui 209 milioni del Commissario e 43 milioni di cofinanziamenti. A queste chiese, si aggiungono altri 60 edifici delle diocesi. E sempre nell’immediato post sisma, per assicurare la continuità di culto vennero realizzati anche 15 edifici provvisori, per una spesa di quasi 6,3 milioni di euro. In tutto sono stati 296 gli edifici religiosi danneggiati dalle scosse di cinque anni fa, ad oggi coperti da finanziamenti.
Gli interventi sugli immobili di culto - inseriti nel Piano delle opere pubbliche e dei beni culturali - riguardano chiese di 6 diocesi dell’Emilia-Romagna (a cui si aggiungono edifici di culto di proprietà di altri enti religiosi, del segretariato regionale del ministero dei Beni e delle attività culturali (Mibact) e dei Comuni (Carpi, Correggio, Ferrara, Modena, Mirandola e Reggio Emilia).
“La notte non fa più paura” - Un libro realizzato in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna. Il volume di 119 pagine, edito da Pendragon, racconta la storia attraverso splendide immagini fotografiche della realizzazione dell’omonimo film sul terremoto in Emilia. Il 20 maggio, in occasione del quinto anniversario del sisma in Emilia, il film verrà trasmesso su Sky Cinema Uno alle 23.20.
Il film, opera prima del ferrarese Marco Cassini da un'idea di Samuele Govoni e Stefano Muroni è stato realizzato con l’obiettivo di raccontare una terra fatta di piccole e medie imprese, sconvolta dal terremoto ma che ha provato a misurarsi con una tragedia così devastante con la volontà di tornare più bella e forte. Il lungometraggio, autofinanziato e prodotto da una piccola casa di produzione, ha ricevuto riconoscimenti e consensi unanimi ed è stato proiettato in molti prestigiosi festival nazionali. Durante la lavorazione del film è stato realizzato un reportage fotografico, composto da immagini provenienti da set e backstage scattate da Enrique Olvera e Marco Caselli, che rappresenta un’importante testimonianza visiva ed emotiva del terremoto. In allegato al libro, il dvd del film.