Il Green Deal Europeo definisce una tabella di marcia per rendere l’UE il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050. Si tratta di una articolata strategia per la crescita europea che punta a ridurre le emissioni, creare posti di lavoro e migliorare il benessere collettivo. Con il Consiglio Europeo di dicembre 2020, i leader UE si sono ulteriormente impegnati per ridurre le emissioni del 55% entro il 2030.

A pochi giorni da questo storico vertice UE, la Regione Emilia-Romagna ha presentato il proprio Patto per il Lavoro e il Clima. Definito insieme a oltre 55 istituzioni e stakeholders del territorio, il Patto si intreccia con le strategie nazionali e dell’Unione Europea per raggiungere la neutralità climatica al 2050 e favorire la transizione verso un’economia sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale. La strategia guarda al futuro anche in linea con l’orizzonte e gli obiettivi fissati dall'Agenda per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni unite.

Il Patto si inserisce nel contesto della lotta alla pandemia e punta a delineare un futuro inclusivo con al centro la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Lavoro di qualità, transizione ecologica, contrasto alle disuguaglianze e riduzione della distanza tra persone, comunità e aree territoriali sono gli obiettivi dell’investimento su diversi fronti per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 e il 100% di energie rinnovabili entro il 2035.

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Il Green Deal Europeo


La tabella di marcia per rendere l’UE il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050 è stata presentata l’11 dicembre 2019, a pochi giorni dal suo insediamento, dalla Presidente Ursula von der Leyen. Il piano intende proteggere vite umane, flora e fauna riducendo l’inquinamento, assistere le imprese nel percorso verso la sostenibilità e contribuire a una transizione giusta e inclusiva. L’obiettivo è “cambiare il modo in cui trattiamo la natura, produciamo, consumiamo, viviamo, lavoriamo, mangiamo, ci riscaldiamo, viaggiamo e trasportiamo”.

Assieme al digitale, rappresenta una delle principali priorità strategiche della CE guidata da Ursula von der Leyen (2019-2024). La sua attuazione è gestita dal Primo Vicepresidente Esecutivo della Commissione europea Frans Timmermans, che coordina i Commissari a trasporti, salute e sicurezza alimentare, energia, ambiente, agricoltura, coesione e riforme. L’approccio della Commissione prevede infatti una serie di azioni trasversali su diversi settori.

Con l’accordo raggiunto al Consiglio Europeo di Dicembre 2020, i leader UE si sono impegnati a ridurre di almeno il 55% le emissioni già entro il 2030. La decisione dei Capi di Stato e di Governo fa seguito alla proposta presentata dalla Commissione Europea a settembre e segna una tappa fondamentale nel raggiungimento dell’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. Il vertice che si è tenuto il 10 e l’11 dicembre rappresenta un momento storico per l’Unione Europea anche e soprattutto per il raggiungimento dell’accordo sul cosiddetto “Pacchetto Recovery”, che traghetterà l’UE verso la ripresa attraverso una transizione verde e digitale.


Le principali iniziative

Tra le iniziative proposte dal GDE, si riportano:

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Come verrà finanziato il Piano? 

Per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi del Green Deal saranno mobilitate risorse pubbliche e private.

  • Il "Piano di investimenti del Green Deal" farà leva sugli strumenti finanziari dell'UE, in particolare sul programma InvestEU.
  • Per attenuare l'impatto socioeconomico della transizione in regioni e aree che dipendono da combustibili fossili e “non lasciare indietro nessuno” è stato previsto un meccanismo di prestiti per una transizione giusta.
  • La Banca europea per gli investimenti (BEI) e altri enti finanziari, sia nazionali che internazionali, giocheranno un ruolo cruciale nel finanziamento della transizione verde. 
  • Risorse aggiuntive per la transizione verde sono state previste nella politica di coesione e nel Next Generation EU, il nuovo strumento per la ripresa previsto nell’ambito del “Pacchetto Recovery”.

Il Green Deal e il Piano per la ripresa dell’Europa 

Con la pandemia Covid-19, il Green Deal ha acquisito un ruolo centrale nell’ambito del Pacchetto per la Ripresa dell’Europa, presentato dalla Commissione Europea in maggio e poi approvato dai leader UE al Consiglio Europeo di dicembre 2020. Il Piano per la ripresa destina le risorse del Next Generation EU (NGEU) e del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 ad un rilancio caratterizzato da una transizione verde, digitale e da un’economia sostenibile e inclusiva. Circa il 37% dei finanziamenti di NGEU sarà investito per gli obiettivi del Green Deal europeo, e il suo principale strumento è rappresentato dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, con un budget complessivo di 672.5 miliardi di euro (209 miliardi per l’Italia). Per accedere alle risorse del Dispositivo, ogni Stato Membro dovrà presentare un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, elaborato sulla base degli orientamenti dell’UE, che attui riforme e investimenti come indicato nelle Raccomandazioni specifiche per paese e secondo la Strategia Annuale per la Crescita Sostenibile 2021. I piani nazionali dovranno contribuire a realizzare il Green Deal; le regioni non disporranno direttamente dei fondi ma agiranno in sinergia con i governi per dare voce alle necessità dei territori. Gli Stati Membri hanno tempo fino ad aprile 2021 per presentare i Piani nazionali, specificando le prerogative che ogni stato intende raggiungere tramite i fondi a lui dedicati.  


GDE e relazioni esterne 

Ad oggi, l’UE è l’unica grande economia del mondo con un quadro legislativo di riduzione delle emissioni per tutti i settori dell’economia, in linea con l’Accordo di Parigi. Durante COP21 l’UE ha assunto la leadership nella tutela ambientale ed è stata determinante per la conclusione dell’accordo. L’UE ha assunto obiettivi chiari con il Green Deal ed è chiamata ad esercitare la sua leadership durante il vertice COP26, che si terrà a Glasgow nel novembre 2021.

In occasione del Discorso sullo stato dell’Unione dello scorso 16 settembre 2020, la Presidente von der Leyen ha rimarcato l’importanza di una leadership globale dell’UE in materia ambientale e la necessità di adottare iniziative e soluzioni di stampo europeo. Non si tratta soltanto di una sfida per l’UE, ma anche di un’opportunità. L’adozione di soluzioni innovative e di scelte avanguardistiche potrà fare dell’UE un attore internazionale altamente competitivo: un’economia verde al servizio delle persone sosterrà la domanda di lavoro nel mercato UE e sarà capace di attrarre investimenti anche extra-UE. L’Unione potrà promuovere, anche a livello internazionale, alti standard di tutela del clima, dell’ambiente e del lavoro, di produzione e consumo, contestualmente alla salvaguardia dei principi di equità, inclusività e giustizia e in accordo con i principi promossi dall’Agenda ONU 2030. Questa azione di leadership mantiene fede allo spirito multilaterale dell’UE, come attesta l’impegno di Bruxelles a condividere le proprie agende verdi con i Paesi dei Balcani Occidentali e a mobilitare anche i Paesi del Vicinato Europeo e di Africa-Caraibi-Pacifico (ACP Countries). 


Il Green Deal per le regioni europee

Anche per le regioni e gli enti locali il Green Deal rappresenta una sfida rivolta al futuro; vari strumenti, iniziative e misure UE si rivolgono quindi ai territori. I principali strumenti:

Il Bando Green Deal di Horizon 2020 - Per dare seguito agli impegni ambientali dell’UE, il 17 settembre scorso è stata lanciato il Bando Green Deal – dal valore di 1 miliardo di euro - all’interno del programma di finanziamento Horizon 2020 (H2020). I progetti dovranno essere presentati entro, e non oltre, il 26 gennaio 2021. L’obiettivo del bando è quello di sostenere ricerca e innovazione per affrontare la crisi climatica e promuovere una transizione verde inclusiva e sociale. Il Bando Green Deal è composto da 10 aree tematiche: 8, che riflettono le aree indicate nel Green Deal europeo, e due trasversali. L’obiettivo del Bando è quello di finanziare: 1) applicazioni pilota, progetti dimostrativi e prodotti innovativi, 2) innovazione per una migliore governance della transizione verde e digitale, 3) innovazione sociale e della catena del valore.

I Fondi Strutturali e di investimento europei (SIE) - Tra i Fondi SIE – che sono a gestione diretta delle regioni -  il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale FESR e il Fondo Europeo Agricolo e di Sviluppo Rurale FEASR forniscono i maggiori finanziamenti per azioni legate alla transizione verde. In linea con i target definiti dal Green Deal, la politica di coesione 2021-27 vede tra i suoi obiettivi quello di sostenere i territori verso una “transizione verde, a basse emissioni di carbonio verso una economia climaticamente neutrale e un’Europa resiliente, attraverso la promozione di una transizione energetica pulita e equa, investimenti verdi e blu, economia circolare, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici e prevenzione e gestione dei rischi”.

Uno degli obiettivi previsti per la nuova politica di coesione è quello di rendere le sinergie tra fondi strutturali e programmi di finanziamento diretto della CE più semplici e realizzabili. Creare sinergie significa promuovere complementarietà tra i finanziamenti messi a disposizione da questi diversi strumenti e fondi per la tutela dell’ambiente e per la sostenibilità. 

Il programma quadro di ricerca e innovazione Horizon Europe - Il programma Horizon Europe per il periodo 2021-27 è basato su tre pilastri: Eccellenza scientifica, Sfide globali e competitività industriale europea, Europa innovativa. Questi pilastri andranno a specificarsi in azioni mirate per il clima:

  • in particolare tra le sfide globali, diversi clusters vi sono dedicati: i) Clima, energia e mobilità, ii) Cibo, bioeconomia, risorse naturali, agricoltura e ambiente e anche iii) Digitale, industria e spazio.
  • Inoltre Horizon Europe focalizzate su5 Missioni di ampio respiro, delle quali 4 volte ad azioni per contrastare la crisi climatica:
  1. Adattamento al cambiamento climatico e trasformazione sociale-  il piano “Un’Europa climaticamente resiliente” avrà tre obiettivi: preparare l’Europa alle future perturbazioni climatiche, sostenendo i territori e le comunità; accelerare la trasformazione dell’Europa in senso più resiliente; sviluppare una resilienza profonda aumentando le soluzioni attuabili, attraverso dimostrazioni di resilienza in una serie di comunità e regioni europee.
  2. Città climaticamente neutre da e per i cittadini- volta a sostenere gli sforzi per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi, gli obiettivi di sviluppo sostenibile SDGs, l’Agenda urbana per l’Ue e la Nuova agenda Urbana delle Nazioni Unite (Habitat III). L’obiettivo è avere “100 città climaticamente neutre entro il 2030”, che adottino trasformazioni sistemiche e che servano da esempio per tutte le altre città europee.
  3. Missione stella marina 2030: restaurare i nostri oceani e acque-  Oceani, mari e acque costiere e interne sani - l’obiettivo è aumentare la consapevolezza dei cittadini su mari e oceani puliti e del loro possibile utilizzo come strumenti per la lotta al cambiamento climatico.
  4. Salubrità del suolo e cibo- La missione “Proteggere il suolo è proteggere la vita”, ha l’obiettivo di assicurare che il 75% del suolo sia in salute entro il 2030 e che sia in grado di provvedere ai suoi servizi essenziali per l’ecosistema.

Programma LIFE   Ulteriore programma di finanziamenti diretti collegato al Green Deal è LIFE, fondo dedicato specificatamente all’ambiente e al clima. Per la prossima programmazione finanziaria (2021-27), LIFE manterrà la suddivisione in due sub-programmi, il settore Azione Ambiente (75% del budget, diviso in Natura e biodiversità e Economia circolare e qualità della vita) e settore Azione climatica (25% del budget, diviso in Mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici e Transizione all’energia pulita). Gli obiettivi sono:

  • Sostegno agli Stati Membri nella creazione di nuovi strumenti per l’implementazione della regolamentazione, azione e legislazione europee in materia di ambiente.
  • Supporto nel monitoraggio del rispetto della regolamentazione, azione e legislazione dell’Unione, attraverso un maggiore coinvolgimento di attori pubblici e privati e partecipazione della società civile.
  • Diffusione e riproduzione di buone pratiche risultate vincenti, mobilitando investimenti e facilitando l’accesso ai finanziamenti.

Programma InvestEU - Programma per gli investimenti basato sul modello del Piano di Investimenti per l’Europa, il cosiddetto “Piano Juncker”, accorpa il Fondo Europeo per gli investimenti strategici e altri 13 strumenti finanziari. L’obiettivo di InvestEU è stimolare investimenti aggiuntivi fino a 650 miliardi di euro, creando opportunità per il mercato del lavoro e per l’innovazione. Il programma si compone di tre elementi: 

  • Il Fondo InvestEU: si occupa di mobilitare investimenti pubblici e privati utilizzando come garanzia il budget dell’Unione.
  • Il centro di consulenza InvestEU: è dedicato all’assistenza tecnica.
  • Il portale InvestEU: è un database che permette di incrociare i progetti con i potenziali investitori.

Il programma InvestEU attiverà investimenti pubblici e privati in ambiti legati al clima e all’ambiente nel periodo 2021-2030. Inoltre all’interno del programma è previsto uno schema di investimenti dedicati agli obiettivi di una transizione ecologica equa. InvestEU avrà inoltre il compito di favorire, sia tra gli investitori che tra i promotori dei progetti, i comportamenti sostenibili attraverso la definizione di standard specifici per il monitoraggio dei progetti relativi al clima. 

Obiettivo non lasciare indietro nessuno: Just Transition Mechanism - La CE ha sostenuto a più riprese l’importanza di lavorare affinché la transizione verso un’economia climaticamente neutra sia un processo giusto e inclusivo, in grado di non lasciare indietro nessuno. Lo strumento del Just Transition Mechanism, meccanismo per la transizione giusta, è stato istituito con lo scopo di supportare l’impatto socio-economico della transizione, avendo come destinatari le regioni, le industrie e i lavoratori. Il Meccanismo mira a mobilitare risorse, nel periodo 2021- 2027, attraverso l’azione combinata di 3 pilastri:

  1. Just Transition Fund: il fondo disporrà di 17,5 miliardi di euro. Lo scopo del Fondo è quello di sostenere la riconversione delle attività economiche attraverso investimenti in PMI, recupero ambientale, programmi per l’inserimento lavorativo oltre alla ristrutturazione degli impianti ad alta produzione di emissioni climalteranti. 
  2. Uno schema dedicato alla transizione giusta nell’ambito di InvestEU: una quota del programma, sarà destinata al regime per gli investimenti nella transizione giusta. Inoltre InvestEU supporterà la realizzazione di infrastrutture energetiche, di trasporto e sociali. L’utilizzo di questo regime di investimenti dipenderà dalla domanda e si baserà sulle capacità delle regioni implicate. 
  3. Un nuovo strumento di prestito finanziato dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) dedicato principalmente al supporto delle opere infrastrutturali per la decarbonizzazione.

Il fondo è dedicato ad una lista selezionata di territori, che presentano grandi imprese in chiusura/riconversione.


Green Deal e cittadini europei

Le mobilitazioni dei giovani in tutta Europa riuniti attorno a movimenti come Fridays for Future e il risultato ottenuto alle elezioni europee 2019 dai Verdi Europei, hanno contribuito a imprimere la direzione verde dell’Unione. Per garantire un pieno coinvolgimento dei cittadini nell’avvio e attuazione del Green Deal la Commissione ha proposto il Patto climatico europeo – che ha i seguenti obiettivi specifici: 

  • Parlare dei cambiamenti climatici per promuovere stili di vita sostenibili. 
  • Stimolare l’azione attraverso un sostegno della Commissione ad iniziative relative allo sviluppo delle competenze e a misure in alcuni settori quali l’edilizia, la mobilità e la rigenerazione della natura. 
  • Facilitare la possibilità per i cittadini di organizzarsi per creare reti, condividere esperienze e collaborare. Nell’ambito del patto si potrebbero preparare consultazioni pubbliche, collegandosi a iniziative già in corso come Il Patto dei sindaci per il clima e l’energia e i dialoghi CITIZENV che raccogli i giovani provenienti da tutta Europa. 

Le consultazioni pubbliche sulle politiche della Direzione Generale per l’azione per il clima (DG-CLIMA) sono un ulteriore strumento della CE per includere la cittadinanza nel design della strategia Green Deal. Attraverso il coinvolgimento attivo le consultazioni forniscono ai cittadini la possibilità di esprimere le proprie posizioni su aspetti chiave relativi sia alle  proposte della Commissione che in merito alle valutazioni su politiche e regolamenti già in vigore. Solitamente sono aperte al pubblico per un periodo di 12 settimane.


Il Green Deal in azione: le buone prassi

Con l’obiettivo di mettere al centro del Green Deal le regioni e le città, il Comitato europeo delle Regioni (CoR) ha creato l’intergruppo “Green Deal going local”, con i seguenti obiettivi:

  • Fornire una visione trasversale delle numerose aree politiche all'interno del Green Deal europeo e garantire la coerenza e la coerenza delle politiche tra i fascicoli e le opinioni correlate.
  • Rafforzare il raggio d'azione istituzionale del CoR sul Green Deal per porre le città e le regioni al centro del percorso verso la neutralità climatica.
  • Incanalare le sfide che gli enti locali e regionali devono affrontare durante l'attuazione della transizione verde a livello locale e comunicare i loro risultati e le migliori pratiche per facilitarne la replica in tutta l'Unione europea.

Proprio al fine di far conoscere le buone pratiche implementate, e renderle replicabili, è stata elaborata una mappa interattiva che mostra i programmi e le azioni che le varie regioni europee hanno già realizzato.