Introduzione
Presentato a Roma lo scorso 8 aprile lo studio C.R.E.A. Sanità, Federsanità-ANCI e Salutequità sul Finanziamento del Servizio sanitario nazionale. Lo studio ha analizzato il processo di finanziamento del Servizio sanitario nazionale e i flussi finanziari generati, con focus sulla destinazione delle risorse da parte delle Regioni e l’allocazione da parte delle Aziende sanitarie.
Aggiornamento dei criteri di riparto
Tra i molti i temi affrontati l'analisi si è soffermata sui meccanismi di riparto delle risorse. I criteri di riparto del fondo sanitario nazionale sono gli stessi da molti anni e non tengono conto dei fabbisogni reali, oramai mutati. Pertanto, alcune destinazioni sono vincolate e l’allocazione è scollegata da alcuni dati incontrovertibili, quali l’invecchiamento della popolazione, l’innovazione tecnologica e organizzativa.
Lo studio evidenzia il rischio di una progressiva perdita di cogenza dei criteri di riparto, come anche della loro funzione equitativa. Più che frutto di evidenze oggettive, si legge nel rapporto - essi sono il risultato di negoziazione fra le Regioni.
Si conferma, dunque, la necessità di rivedere gli algoritmi del riparto, adottando metodi di stima più corretti di tipo statistico e introducendo fattori di correzione, quali le differenze di oneri regionali derivanti dalla spesa privata, che hanno una dimensione quantitativa maggiore dei fattori di pesatura finora utilizzati.
Programmazione nazionale e regionale
Il Servizio sanitario nazionale sconta una scarsità di risorse, ha bisogno, come noto, di maggiori finanziamenti, inoltre un riparto non coerente delle risorse disponibili si ripercuote sui servizi della sanità territoriale.
Troppo ampio lo scostamento fra programmazione centrale e regionale, tanto che alcune Regioni hanno adottato un numero di criteri per individuare la destinazione delle risorse maggiore rispetto a quanto indicato a livello nazionale. Ad esempio: a fronte delle sei quote di allocazione nazionali delle risorse, il Piemonte ne adotta 11 per la Prevenzione, 5 per l’Ospedaliera, 11 per la Distrettuale, per un totale di 27, l’Emilia-Romagna ne adotta 3 per la Prevenzione, 1 per l’Ospedaliera, 9 per la Distrettuale, per un totale di 13.
Molti altri gli ambiti oggetto di analisi dello studio:
1) analisi macroeconomica del finanziamento a livello nazionale;
2) Vincoli di destinazione sui LEA;
3) andamenti della composizione del finanziamento nazionale,;
4) conseguenze sul riparto Regionale
5) definizione delle quote accentrate regionalmente,
6) analisi dei flussi di allocazione sulle Aziende Sanitarie
Per approfondire
Ultimo aggiornamento: 09-04-2025, 12:40