Nasce a Bologna nel 1957.

La sua esperienza politica inizia nel Movimento giovanile socialista, del quale diventa segretario regionale in Emilia-Romagna. Prosegue il suo percorso politico diventando per due volte, nel 1980 e nel 1985, consigliere comunale mentre nel 1987 assume la carica di vicesindaco della città di Bologna.

Nel 1990 è il primo esponente del Partito Socialista Italiano a diventare presidente della Regione Emilia-Romagna. Il mandato è segnato dal grave disastro causato da un aereo militare, un Aermacchi del tipo MB 326, partito dal Villafranca di Verona e precipitato nel comune di Casalecchio di Reno, centrando in pieno l'Istituto Tecnico commerciale «Salvemini». Nell’impatto perdono la vita dodici ragazzi-studenti e molti altri rimangono feriti.

Il 4 gennaio del 1991 la comunità regionale viene ancora scossa dall’Eccidio del Pilastro, quando la Banda della Uno Bianca, in gran parte formata da poliziotti, trucida tre carabinieri poco più che ventenni.

Boselli si dimette dalla presidenza della Regione il 24 giugno del 1993. 

Entra alla Camera dei deputati nel 1994 con i Socialisti italiani, di cui è segretario nazionale. Nel 1998 dà vita, assieme ad altri esponenti della diaspora socialista e socialdemocratica, al partito politico dei Socialisti democratici italiani (SDI) e ne diventa presidente nazionale. Il debutto di questa nuova formazione politica lo porta, dal 1999 al 2004, all’elezione a deputato al Parlamento europeo. Nel 2009 aderisce al movimento politico di Francesco Rutelli, Alleanza per l’Italia (API), e ne diventa vicepresidente.

La cosa più importante della mia presidenza

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