Nasce a Bologna nel 1925. Si iscrive alla facoltà di Scienze biologiche ma è costretto a lasciare gli studi a causa della Seconda Guerra mondiale. 

Chiamato alle armi nel novembre del 1943, abbandona l'esercito e poco dopo aderisce alla Resistenza partigiana. Il 21 aprile del 1945 si iscrive al Partito comunista Italiano (PCI), del quale diventa segretario provinciale e regionale. Consigliere comunale dal 1957, il 2 aprile 1966 viene eletto sindaco di Bologna, succedendo a Giuseppe Dozza dimissionario, proseguendone gli indirizzi politici.

Nel 1970 si dimette dall'incarico di primo cittadino e si candida a guidare il nuovo livello istituzionale dello Stato: la Regione. Il 23 luglio dello stesso anno diventa il primo presidente della Regione Emilia-Romagna, confermato nel 1975. Fanti si dedica da un lato alla costruzione di una struttura organizzativa e funzionale e dall’altro a riempire di contenuti l'attività della nuova istituzione in sintonia con la Costituzione.

A lui si deve la visione del tutto innovativa di regione europea sfociata nella proposta di "Lega del Po" del 1975, un coordinamento tra le regioni che si attestano sul Po (Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto ed Emilia-Romagna) per avere più potere contrattuale sia verso il governo centrale, sia nella prospettiva del processo di unificazione politica dei paesi d’Europa.

Si dimette nel 1976 per sedere alla Camera fino al 1983 e fino al 1987 al Senato. Dal 1979 al 1989 è membro del Parlamento europeo di cui diventa vicepresidente nel 1984. Guido Fanti scompare nella notte tra il 10 e l'11 febbraio del 2012. Il suo archivio personale è conservato alla Fondazione Gramsci di Bologna.

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